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L'ex bandito Maiello: "Stavamo rapendo Zola a sua insaputa. Poi saltò tutto"

Fabrizio Maiello ha svelato un retroscena inquietante avvenuto nel 1994: "In quel periodo ero latitante e ci era venuta l'idea di un rapimento lampo 24/48"

L'ex bandito Maiello: "Stavamo rapendo Zola a sua insaputa. Poi saltò tutto"

Gianfranco Zola è stato uno dei giocatori italiani più promettenti del calcio nostrano e nel corso della sua lunga carriera ha vestito di Torres, Napoli, Chelsea, Parma e Cagliari. Il 52enne di Oliena è stato per tre volte candidato al Pallone d'Oro e ha scritto pagine importanti nella storia del Chelsea distinguendosi anche con la maglia della nazionale italiana con cui ha messo insieme dieci gol in 35 presenze. Zola, in quest'ultima stagione, è stato nello staff di Maurizio Sarri e con i Blues ha vinto l'Europa League battendo in finale i cugini dell'Arsenal.

Zola è stato un calciatore serio e professionale ma anche fortunato dato che nel 1994 la sua vita poteva cambiare in maniera inesorabile. Un pentito, Fabrizio Maiello, ex calciatore anche lui, delle giovanili del Monza, sedicente e malavitoso vicino alle bande della Comasina e della Magliana, ha infatti rivelato come Magic Box doveva essere rapito ma alla fine poi saltò tutto. Ecco il suo racconto ai microfoni di gianlucadimarzio.com: "In quel periodo ero latitante, ero con altre persone, tutte appassionate di calcio. Giravamo tutta l’Italia e siamo andati a vedere qualche allenamento del Parma. Zola in quel periodo era il giocatore più rappresentativo della società. Ci era venuta questa idea: un rapimento lampo di 24/48 ore per richiedere il riscatto a Tanzi. Ci sembrava una bella opportunità”.

Maiello è poi entrato nello specifico, raccontando come Zola fosse ignaro di tutto: "Lo avremmo seguito con due macchine per speronarlo in strada e farlo salire sull’altra vettura. Lo stavamo seguendo quando si è fermato ad un distributore di benzina. Siamo scesi anche noi, volevamo aspettarlo. Gianfranco però ci è venuto incontro, sorrideva e ci ha chiesto se volessimo un autografo. È in quel momento che ho pensato ‘ma cosa sto facendo? Ma lasciamo stare’.

Abbiamo scambiato due parole, gli ho detto che ero un tifoso del Napoli e gli ho chiesto un autografo”.

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