Tre stadi per la stessa coppa. Che era dei campioni, è diventata champions league ma è sempre l'argenteria migliore d'Europa per chi gioca a pallone.
Tre stadi per la Juventus nella sua storia continentale, tre gol d'esordio con la firma di personaggi diversi, opposti, assolutamente da non paragonare, per evitare la blasfemia. Tutto incominciò al Comunale, ex Benito Mussolini, Enrique Omar Sivori realizzò la prima rete di coppa dei campioni della Juventus, era il settembre del Cinquantotto, i bianconeri liquidarono all'andata gli austriaci del Wiener 3 a 0 con una tripletta del fenomeno argentino. Sembrava l'inizio di chissà quale avventura ma i bianconeri vennero umiliati, travolti e fatti fuori dai preliminari nella partita di ritorno, ubriachi di violini e sacher, con un 7 a 0 vergognoso.
Trentasette anni dopo, altro stadio, la coppa è diventata league, la Juventus bagna il frigidaire del Delle Alpi battendo 3 a 0 lo Steaua di Bucarest, il primo gol europeo nello stadio mondiale è di Angelo Di Livio, comparsa umile e preziosa rispetto al numero 10 dei favolosi anni Sessanta.
Fine della cronaca e della storia piccola dello stadio frigidaire, la Juventus finisce nel tritacarne, demolisce la casa e trasloca (sempre nello stesso suolo) allo Stadium che non ha ancora un nome vero e proprio, in attesa di sponsor e di denari.
Leonardo Bonucci entra nella cronaca della serata anti Shaktar e va al gol, il primo di coppa nel nuovo impianto.
Difficile, impossibile trovare paralleli con altri club nostrani. Né le milanesi, né le romane, né la Sampdoria, il Napoli, il Cagliari o la Fiorentina sono state itineranti nella stessa città, è toccato alla Juventus una e trina, è toccato a tre bianconeri divisi e separati non soltanto dagli anni ma dalla classe, entrare nelle didascalie dei racconti.
Sivori resta l'icona, l'idolo contro luce, insieme con Platini, Zidane, Baggio e Del Piero, forma il quintetto più illustre dei fantasisti della storia juventina, con percorsi diversi.
Di Livio era il soldatino, diligente, rispettoso e ubbidiente degli ordini impartiti dall'allenatore, Bonucci è un difensore ossuto, goffo nei movimenti essenziali ma energico quanto serve.
La Juventus dei tre stadi e di coppa dei campioni torna indietro sul campo con i suoi marcatori, dall'attacco alla terza linea, passando per la zona centrale, quasi un segnale di un calcio che è cambiato e che fatica a ritrovare le sue qualità antiche, lo stile, l'eleganza, anche la perfidia tecnica del "cabezon". Torino non si è scaldata per il debutto, i prezzi alti, 40 euro i cosiddetti popolari, in tempo di crisi, non sono stati miele ma veleno. Il ricordo dei bei tempi resta lontano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.