L'immobilismo del Napoli garanzia di un via lampo e del solito finale sgonfiato

Mercato fermo, gruppo che si conosce a memoria in vantaggio con la Juve alla 2ª giornata. E poi?

L'immobilismo del Napoli garanzia di un via lampo e del solito finale sgonfiato

L'immobilismo attivo di Aurelio De Laurentiis per ora ha prodotto più illusioni che certezze. Fra trenta giorni è prevista Juve-Napoli: sarebbe meglio invertire il trend. C'è una via che deve portare a pestare i piedi alla Juve e il Napoli aveva promesso di percorrerla. Carlo Ancelotti è stato il parafulmine di acquisti mancati e pesanti partenze della scorsa stagione. Ma ora? Un allenatore non può sempre raccontare di un menù a base di caviale quando usa dei succedanei. Per un verso il Napoli è la squadra più confermata nelle strutture portanti. Qualità che può essere vista in due modi: positività delle certezze o negatività della incompletezza. Il tecnico ha già raccolto un risultato da gusto dolce contro il Liverpool (l'anno passato subì 5 gol), ma deve sentire quel certo asprigno sul palato quando guarda la tabella acquisti e vendite della squadra. O peggio quella che vien indicata con: obiettivi. Obiettivi tanti, acquisti pochi.

Non c'è nulla di male nel porsi tanti obbiettivi, ma qualcuno deve pur essere raggiunto. La stravaganza/alibi del Napoli è quella che i soldi non bastano mai o che gli altri arrivano sempre prima. Allora la domanda consegue spontanea: può bastare un immobilismo attivo per vincere uno scudetto? In Italia può aiutare ad avvicinare la Juve? Domanda retorica, sosterrà qualcuno. Invece Ancelotti potrebbe replicare: abbiamo scoperto Fabian Ruiz ed ora, dopo l'europeo under 21, vedete quanto vale di più. La terza risposta potrebbe venire dalla tabella acquisti: Di Lorenzo terzino dell'Empoli, vabbè; Manolas rimpiazza Albiol (ma non è certo più bravo); il macedone Elif Elmas ha 19 anni ed è una bella scommessa. Scommessa appunto.

Il campionato potrebbe rispondere che il calcio italiano scommette sul Napoli per ritrovare una vera antagonista alla Juve. I tifosi chiedono un pizzico di brividi in più da agosto a maggio e non solo un monotematico dominio che proprio il Napoli, due anni fa, prometteva di controbattere. Da allora ad oggi, la squadra di Ancelotti ha mantenuto la struttura senza aggiungere la ciliegina. Quest'anno ha sventolato i nomi di James Rodriguez e Icardi, Pepè, anche Zapata e Lozano del Psv Eindhoven. Risultato? Zero. Alla seconda di campionato saremo alla prima resa dei conti: ovvero Sarri e la corazzata contro Ancelotti e il gruppo degli immutabili assaltori. Insigne ha fatto sapere che il Napoli avrà una partenza sprint proprio per i vantaggi portati da un tecnico conosciuto e per la qualità del gruppo consolidato.

L'arma in più sarà certamente la qualità certificata, ma finora manca il passo in avanti: con Milik e Martens puoi indurre alla tentazione di credere nel Napoli da scudetto? Puoi mettere al muro la Juve nella 2a giornata, ma a maggio sarai ancora spalla a spalla? L'ultimo campionato ha raccontato un'altra storia. Se la Juve si rinforza e le altre meno chi vincerà: l'immobilismo attivo o la rivoluzione sarriana? Quel detto: vedi Napoli e poi muori. Nel calcio avrebbe senso. Vale ancora?

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