Tredici fatti e tredici subiti, tre punti sulla diciottesima e tredici dalla Roma. È la foto di gruppo del Milan, ma «a Natale saremo tra i primi e adesso torna Balotelli». Anche Kakà. Onestamente sembra gli sia andata anche bene con tutte quelle gare raddrizzate con la gente che lasciava gli stadi. Ha convinto con il Cagliari, un po' con la Samp, ma il gioco è sempre stato argomento a parte. La sosta farà bene, Adriano Galliani, pur sottolineando il momento negativo, segnala che nello spogliatoio non c'è affatto nervosismo. È confortante. Anche se magari ci vorrebbe un po' di subbuglio, scarpe che volano. A San Siro si presenteranno prima l'Udinese, poi il Barcellona in Champions.
E se questo è il Milan, la città non è che possa consolarsi con l'Inter, sebbene non fosse nei pronostici e al momento è in zona Europa League, il peggiore dei possibili obiettivi di stagione. A sette punti dalla Roma dopo sette giornate significa che potrebbero diventare 38. Il dato sarebbe avvilente se il clima non fosse diametralmente opposto, all'Inter c'è ottimismo, euforia maldestramente sommersa, sarà che nel futuro prossimo qualcuno vede uno scenario che peggio della scorsa stagione non può realizzarsi. Massimo Moratti riesce perfino a mandar giù, con spirito molto milanese, le malefatte di Marco Guida. C'è una foto che immortala l'assistente di porta accovacciato come un lottatore di sumo, ginocchia divaricate, mani sulle cosce, piedi sulla riga di fondo campo e sguardo penetrante sull'azione. Davanti a lui, a non più di tre metri, c'è Gervinho che va giù.
Signor presidente, gli hanno chiesto, il rigore che non c'era l'ha fatta arrabbiare? Moratti guarda per capire se si tratta di domanda seria e poi attacca: «Se mi sono arrabbiato? Al momento sì. Sì perché si è capito subito che il fallo era fuori area.
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