L'Inter mantiene il comando della classifica, vincendo di forza e di orgoglio l'ottava partita consecutiva, la prima del suo 2022, soprattutto si avvicina nel modo migliore possibile sotto gli occhi di Zhang alla supersfida di mercoledì contro la Juventus. Lazio in partita fino al fischio finale, battuta da un avversario semplicemente più forte.
Sarri impone ai suoi attaccanti il solito pressing molto alto, che per lunghi tratti imbolsisce e ritarda la partenza da dietro dell'Inter, ma a differenza di quasi tutte le altre squadre, non si preoccupa di togliere fiato e metri a Brozovic. C'è Basic (per Luis Alberto) con Milinkovic a dare sostanza al reparto e tanto basta perché i corridoi centrali siano spesso saturi e senza sbocco per gli inserimenti di Barella. Cataldi è staccato, arretrato alla Leiva, che in avvio sta invece in panchina. Inzaghi chiede a Gagliardini di interpretare pari pari il ruolo di Calhanoglu, ma le qualità sono ovviamente differenti e Brozovic perde l'appoggio del secondo regista che negli ultimi mesi gli ha permesso di imporsi anche agli ultimi scettici. L'assenza di Calha è pesante, chi mai l'avrebbe detto dopo i suoi 4 anonimi anni col Milan...
Al di là del dogma sarriano, la Lazio gioca in contropiede fino agli ultimi 20 minuti, quando cerca disperatamente il 2-2 del pareggio. Ma più che una scelta è un obbligo, vista la grande e continua pressione dell'Inter. Nel primo tempo, Perisic sbaglia di testa un gol apparentemente semplice, prima che Martinez infili Strakosha nell'uno contro uno: giocata molto bella, ma presto cancellata dal Var, per la posizione irregolare del Toro sul lancio chirurgico di Sanchez, molto bello anche questo. Sbaglia De Vrij, si esalta Strakosha (su Martinez) prima che arrivi il gol di Bastoni, da fuori area, con un sinistro che s'infila in un improbabile pertugio tra una decina di gambe. È passata mezz'ora e il vantaggio nerazzurro è sacrosanto.
Eppure, quando tutto potrebbe diventare più facile, arriva il pareggio di Immobile, bravo ma soprattutto furbo a sfruttare una colossale ingenuità collettiva dell'Inter. L'arbitro scodella una palla a due per Cataldi (Martinez a terra, out volontario della Lazio per farlo riprendere, non sia mai dopo le polemiche dell'andata), che indisturbato lancia in diagonale Immobile, lesto ad aggirare Skriniar, nell'occasione molto lento e macchinoso. Incomprensione De Vrij-Handanovic e la difesa nerazzurra cade dopo 587 minuti.
Il copione resta lo stesso anche nel secondo tempo: Inter arrembante, Lazio costretta a difendersi, che è risaputo è la cosa che peggio le riesce. E così, dai e ridai, prima un tiro alto (Bastoni), poi uno respinto (da Strakosha su Dumfries) e uno rimpallato (da Luis Felice su Perisic), arriva infine il raddoppio di Skriniar, bravissimo a salire in cielo per impattare in gol il traversone di Bastoni. Un altro gol pesantissimo del difensore slovacco, un gol che per valore e importanza ricorda quello dell'anno scorso all'Atalanta.
Nel finale, la musica cambia, anche se le sostituzioni che rendono la Lazio più aggressiva e danno all'Inter maggiore copertura, di fatto bloccano la sfida a centrocampo, senza che nessuno vada nuovamente davvero vicino al gol.
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