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L'Inter non è ancora Real e la Champions si fa dura

Bene l'inizio, male la fine. Gol di Kroos e Asensio. Agli ottavi contro una top senza Barella (espulso)

L'Inter non è ancora Real e la Champions si fa dura

L'Inter non passa l'esame di Madrid (2-0), cade senza veri rimpianti di fronte a un avversario più forte e più esperto, sostanzialmente più squadra e non dribbla quindi l'urna delle seconde nel sorteggio Uefa di lunedì prossimo. Ma la più brutta delle notizie che arrivano dal Santiago Bernabeu è la sacrosanta espulsione di Barella, che dopo 17 minuti del secondo tempo (quando Inzaghi aveva già ordinato la «ritirata strategica» in chiave campionato) si fa espellere per un pugno stupido e rabbioso rifilato da terra sulla gamba di Militao, che lo aveva spinto contro il tabellone pubblicitario a bordo campo. Tra le notizie belle, restano la qualificazione agli ottavi conquistata con una partita di anticipo (ben difficilmente li giocherà Barella) e un processo di crescita anche europea, certificata dal modo in cui almeno per un tempo Inzaghi (alla seconda esperienza in Champions) ha affrontato maestro Ancelotti (che di Champions ne ha vinte 3 e disputate 19 da allenatore), mettendolo in difficoltà e costringendolo a difendersi nello stadio mito.

Al pronti-via, infatti, l'Inter non aspetta il Madrid e anzi lo aggredisce. Altissimi gli esterni Perisic e Dumfries, spesso addirittura supportati da Bastoni e D'Ambrosio. Il rischio potrebbe essere quello di sbilanciarsi, ma Inzaghi preferisce correrlo, piuttosto che lasciare all'avversario il ritmo tutto strappi in cui è solito esaltarsi, grazie soprattutto alle volate di Vinicius e Rodrygo.

L'Inter ha l'atteggiamento giusto, voglia e coraggio anche, ma il Real Madrid non si scompone mai, sa ritrarsi nel modo giusto per proteggere Courtois e all'Inter non resta che calciare spesso da fuori area. Le occasioni da gol sono un'altra cosa e quelle invece sono tutte del Madrid: Kroos è perfetto col sinistro dal limite appena Barella gli concede un paio di metri. È il millesimo gol blanco nella storia della Champions/Coppa Campioni. Prima dell'intervallo, Jovic sbaglia il bersaglio in contropiede e Rodrygo centra un palo clamoroso, sennò sarebbe già finita lì.

Dentro Di Marco per Dumfries a inizio secondo tempo, con D'Ambrosio avanzato al posto dell'olandese, che peraltro era stato tra i migliori. Il primo lampo è dell'Inter, gran giocata (la prima) di Calhanoglu per Barella, ma il tiraccio finisce troppo alto. Questa sì che palla-gol. Ma anche un'illusione, perché da lì in avanti c'è solo il Madrid e Handanovic è più volte sollecitato da Jovic e Rodrgo, Casemiro e Vinicius. Dopo un quarto d'ora e già prima dell'espulsione di Barella, Inzaghi capisce che non c'è spazio per l'impresa e comincia chiaramente a pensare al campionato. Non sembri una bestemmia, perché non lo è. Escono Brozovic, Calhanoglu e Dzeko, dentro Vidal, Vecino e Sanchez, che sono tra quelli con meno minuti in assoluto. Rotazioni in corsa al Bernabeu, anche questo è segno di personalità. In 10 diventa tutto più difficile e se contasse davvero, il Real Madrid potrebbe di certo fare più danni di quelli che invece fa, di fatto solo il sinistro magistrale di Asensio, palo e gol, anche questo impossibile da evitare per Handanovic.

Il resto è accademia.

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