L'Inter è poco amichevole e non sa più come vincere

Mancini in allarme, la squadra non c'è. E non è solo un problema di rinforzi Avanti così anche Perisic potrebbe non bastare. E Kovacic sembra svogliato

L'Inter è poco amichevole e non sa più come vincere

Può essere Perisic la soluzione di tutti i mali dell'Inter? La domanda rimbalza da un ombrellone all'altro nel ferragosto nerazzurro. L'infinito inseguimento all'ala del Wolfsburg non basta a giustificare i difetti di una squadra che deve ripartire da una stagione fallimentare. E la sconfitta nel “derbyno” di Reggio Emilia più che un campanello d'allarme è la riprova dell'estate camaleontica dell'Inter. Difficile chiamarla diversamente se Kovacic inizia regista, passa trequartista, per finire a fare l'ala e poi la mezz'ala. O è una bocciatura per il talento croato oppure Roberto Mancini sta usando le amichevoli per dire che urgono rinforzi: Perisic, appunto, un regista, un terzino sinistro e un vice Icardi. Più che sms e telefonate, ora la strategia dell'allenatore è usare il campo per mandare messaggi. Anche perché i tempi stringono.

E se si può stare con il Mancio quando dice «se siamo al punto che devo essere deluso per il Trofeo Tim...», la preoccupazione si fa realtà quando avverte «che ci vorranno quattro-cinque partite di campionato per trovare la forma». Considerato che alla terza giornata di campionato c'è di nuovo il Milan la tempistica andrebbe rivista. Fuori ma anche dentro al campo. Perché se perdere le amichevoli estive l'unica conseguenza può essere solo lo sfottò sotto il solito ombrellone, perdere subito una vera stracittadina, può deprimere l'ambiente.

La mini-sfida coi rossoneri ha detto due verità: l'Inter nonostante tutto ha un'identità, in difesa nulla è cambiato. L'ossatura c'è con Handanovic-Miranda-Kondogbia-Icardi e la squadra si esprime al meglio con il 4-3-1-2 in attesa di mettere le ali con il 4-3-3, ma nella disposizione dei tre centrocampisti poco cambia. L'infortunio di Hernanes, l'ingresso di Brozovic e il ritorno al modulo “giusto” hanno trasformato la squadra, decisamente meglio nella seconda parte del derbyno. Una partita che ha anche “battezzato” la nuova difesa, o meglio la controfigura. Perché Miranda è stato troppo “dolce” contro Bacca per essere vero, mentre Murillo non si è mai fatto notare. Juan Jesus “adattato” a sinistra può essere una soluzione per l'emergenza non la scelta principale. Come Kovacic ed Hernanes “ali”, la posizione del difensore brasiliano potrebbe essere un altro messaggio alla società.

Ma la situazione si può sbloccare solo se l'Inter riesce a vendere. La conferma è la cessione di Shaqiri allo Stoke City: “Adesso può entrare un attaccante”, ha confermato Ausilio. “Unoxuno” nerazzurro che vale per ogni tassello mancante richiesto da Mancini. Ad esempio Melo prescelto per completare la mediana, non arriverà perché dopo settimane di boatos in serata ha rinnovato con il Galatasaray. E così a 10 giorni dal via del campionato, l'Inter è in ritardo e ancora incompleta.

Anche al Milan manca qualcosa, un centrocampista, Witsel per fare un nome non a caso, soprattutto se Montolivo e Bonaventura dovessero confermarsi quelli del Trofeo Tim. Qualità in mediana, mentre dietro Romagnoli ha iniziato con il botto e i primi elogi di Mihajlovic. A livello numerico potrebbe servire un terzino. L'attacco va con super Bacca e diventerebbe straordinario con Ibra.

Ma Mihajlovic sembra aver già trovato la quadra, soprattutto la squadra ha recepito le sue linee guida: intensità, aggressività e ricerca della vittoria ad ogni costo. Quella che per l'Inter è stata un di più in questa estate, alla faccia del “vincere, aiuta a vincere”.

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