L'Italia B fa un regalone all'Irlanda

Pasticcio tra Sirigu e Bonucci. Le riserve di Conte si fermano a un palo di Insigne

L'Italia B fa un regalone all'Irlanda

Chissà se avevamo già la testa alla Spagna o se semplicemente l'Italia 2 è un'altra cosa rispetto a quella dei presunti titolari. E la sconfitta che macchia il nostro percorso è quella "rottura di scatole" che Antonio Conte avrebbe voluto evitarsi prima del delicato ottavo di finale di lunedì prossimo.

Il ct avrà sicuramente tratto le sue conclusioni in una gara nella quale i suoi non sono di fatto quasi mai riusciti a impensierire l'Irlanda. Avversario non eccelso tecnicamente, ma con la garra giusta per tenere sotto pressione una squadra come la nostra. Che se non riesce ad alzare i ritmi e non mette la giusta concentrazione, può andare incontro a figuracce. Come ieri quando il terzino Brady (nome che ricorda il centrocampista che in Italia è stato colonna di Inter, Samp e Juventus) sul cross di Hoolahan si è infilato tra Bonucci e Sirigu e ha sancito la qualificazione dei verdi come seconda migliore terza dei gironi. Rompendo la nostra imbattibilità e manifestando, con interpreti diversi dal blocco granitico juventino, qualche incertezza in più della nostra difesa.

Il ko che chiude il nostro girone - che non ci permette di avere la retroguardia immacolata come Germania e Polonia - conferma la nostra difficoltà a costruire azioni da rete (la coppia Zaza-Immobile in questo senso è andata peggio di Pellè-Eder, Randolph non ha dovuto compiere una parata). Meglio il quarto d'ora finale di Insigne - sostenuto a gran voce dai tifosi italiani e voglioso di guadagnare posizione nelle gerarchie di Conte - che riesce anche a centrare il palo. Il ritmo compassato di Thiago Motta non agevola la manovra, ma ciò che forse è più preoccupante è l'assenza di vere alternative a Candreva sulla fascia destra, visto che il Bernardeschi visto ieri sera, più impegnato nel liberare il suo uno-contro-uno, ha fallito l'esame. Alla lunga, poi, la scelta di schierare Bonucci, più attento a limitare gli eccessi per evitare un giallo che gli sarebbe stato fatale per gli ottavi, non è sembrata un'idea brillante. Tanto più che il difensore juventino non è stato immune da errori.

Otto i cambi previsti da Conte, rispetto alla Svezia conferma solo per Barzagli, Bonucci e Florenzi, schierato a sinistra ma stavolta come interno. La truppa di Conte non è quasi mai in grado di sviluppare la propria manovra offensiva, lo testimoniano i pochi lanci in verticale che non vanno a buon fine. Bernardeschi dimentica la fase difensiva, Sturaro deve spesso raddoppiare in sostegno di Barzagli, Ogbonna lotta ed è anche provvidenziale in una chiusura su Coleman, gli inserimenti di Florenzi sono rari e infruttuosi. Ma è in fase di impostazione che l'Italia latita e non si capisce se per eccessiva rilassatezza in una serata nella quale mancavano gli stimoli della partite precedenti.

I verdi di O'Neill invece sfiorano il vantaggio in un paio di occasioni con Hendrick e Murphy di testa (smanacciata di Sirigu in angolo) e reclamano un rigore per la spinta di Bernardeschi in area a McClean.

Logico, e meritato, quindi il vantaggio finale che regala l'ottavo con i padroni di casa della Francia. I giocatori si fermano davanti al muro di maglie verdi festanti, i nostri fuggono negli spogliatoi consci di una figuraccia indolore, speriamo solo per l'inutile risultato.

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