L'Italia è fuori dal G8: "Ma ci stringiamo a Balo"

Non accadeva da Argentina 1978 e non significa mondiale in salita. Il ct: "Mario decisivo, io lo sapevo"

Il ct della nazionale Cesare Prandelli con Mario Balotelli
Il ct della nazionale Cesare Prandelli con Mario Balotelli

Fuori dal G8, dall'urna principale delle teste di serie. Il verdetto di Brasile 2014 è ormai scritto per la Nazionale. Solo un clamoroso risultato (naufragio dell'Uruguay contro la Giordania) può riaprire la questione dando vita a un curioso ballottaggio con l'Olanda. Mettiamoci l'animo in pace e diamo un'occhiata al passato. Mai accaduto di perdere l'etichetta di capogruppo al mondiale: o meglio il precedente è del '78, prima di volare in Argentina con Bearzot e la sua Nazionale Torino-centrica e di lanciare con la Francia, la coppia Cabrini Paolo Rossi. Chiosa Prandelli, forse senza conoscere il corso storico: «Meglio così. Preferisco l'umiltà ai sogni eccessivi». Eppure la delusione, in questa edizione, è ancora più vistosa. Perchè nel '78, il club Italia fu tradito dai precedenti risultati (flop nel mondiale di Germania '74, e mancata qualificazione agli europei del '76 in Jugoslavia). Inoltre la formula era molto più ristretta: appena 4 i gironi, solo 4 i posti disponibili contro gli otto attuali. Che si snocciolano così: Brasile, Spagna, Argentina, Germania, Colombia, Belgio, Uruguay e Svizzera. Gli esperti di palline e sorteggi sostengono che la presenza azzurra nell'urna numero due non è sinonimo di girone di ferro. Perciò meglio disattivare tutti gli allarmi e puntare semmai sulla collocazione nei gironi per questioni geografiche (legati agli spostamenti) e per il calendario. In Brasile, i trasferimenti sono una difficoltà nella difficoltà. Come negli Usa '94 divideranno in due blocchi il torneo: chi starà da una parte potrà cavarsela a dispetto del gran caldo.

Stavolta conta molto più l'inizio del mondiale: chi avrà la fortuna di finire nel girone A, che debutta subito, in caso di finale, giocherà 7 partite in 30 giorni, chi invece comincia per ultimo, nell'ipotesi di percorrere tutto il torneo, giocherebbe 7 sfide in 25 giorni. Non è una differenza di poco conto. E che il Brasile, padrone di casa, parte con qualche piccolo vantaggio è scritto nei testi di cronaca. Pensate: gli organizzatori hanno già definito la propria sede e le date delle proprie partite: il 12 giugno a San Paolo, il 17 a Fortaleza e il 23 a Brasilia, con ampio margine tra una sfida e l'altra per recuperare le energie.

Fuori dal G8 ma sulle spalle, larghe, di Mario Balotelli. Questo è il destino scritto di Prandelli che si prepara a firmare un manifesto per difendere il suo fuoriclasse dagli artigli di una comunicazione velenosa. Ecco i punti salienti ripetuti nella notte di Napoli: «Non mi piacciono le crociate, per Balotelli ce ne sono. Se commette un errore, io glielo spiego e se lui mi dice “va bene“, per me è ok. Ha avuto un problema muscolare, poi la dissenteria e tre giorni senza allenarsi: tutti a dire che non voleva partire per Napoli. Ecco cosa fa male.

Non era scontato che recuperasse, ma io gli avevo detto: entri a partita in corso e sei decisivo. Non cambieremo noi Mario, ma se capiamo che è importante per tutti, avremo fatto un passo avanti. Non so se “tutelarlo“ è la parola giusta ma dobbiamo stringerci tutti attorno a lui e con lui».

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