Germania-Olanda non è mai una partita di routine, come dimostrato anche ieri sera a Gelsenkirchen. Agli Oranje bastava un punto per accedere alla fase finale del prossimo giugno e alla fine se lo sono preso con il carattere, ribaltando negli ultimi 6 minuti una partita che sembrava compromessa. Ci hanno pensato Promes e Van Dijk a completare il turno delle sorprese dopo Inghilterra (prima nel gruppo ai danni della Spagna) e soprattutto Svizzera (clamoroso 5-2 in rimonta al Belgio), alle quali va aggiunto il Portogallo campione d'Europa l'unica nazionale favorita alla vigilia ad aver vinto il proprio girone per completare la quartina che si contenderà la prima edizione della Nations League. Eppure per oltre un'ora di gioco in campo c'era stata solo la Germania, strigliata alla vigilia da Löw. Ecco quindi un 3-4-3 aggressivo e dinamico, con il tridente Gnabry-Werner-Sanè ad alto tasso di intercambiabilità tattica, visto che i tre interpreti erano, a turno, prima punta, ala destra e ala sinistra. Proprio la mancanza di punti di riferimento ha mandato in tilt la difesa arancione, trafitta dopo soli 9 minuti da Werner, prima del bis di Sanè. In entrambe le occasioni non è stato impeccabile il talentino De Ligt, simbolo di un'Olanda che sembrava studiare da grande senza ancora esserlo veramente. Invece la reazione degli Oranje nella ripresa c'è stata e, complice anche una Germania riscopertasi fragile soprattutto a livello mentale ha centrato la doppia rimonta.
Per Koeman, il cui obiettivo a inizio torneo era il secondo posto, un trionfo oltre ogni previsione. Per Löw chiusura di un annus horribilis che ha visto la Mannschaft perdere 6 volte (record negativo in assoluto nella sua storia) e fallire tutto ciò che si poteva fallire.
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