La Lombardia regina al trofeo delle regioni

Aveva il maggior numero di atleti italiani a Londra (49), un quinto di questi ha portato a casa una medaglia. Considerando anche il bis della monzese «adottata» da Como Arianna Errigo, oro nel fioretto a squadre e argento in quello individuale. Parliamo della Lombardia che con le sue 11 medaglie (4 ori, 2 argenti e 5 bronzi, in realtà 9 nel computo italiano considerando i due arcieri Frangilli e Nespoli primi a squadre e i due pallavolisti Fei e Savani terzi) sarebbe 23ª nel bilancio finale olimpico subito dietro a Corea del Nord, Spagna e Brasile e davanti al Sudafrica, ma meglio numericamente di Argentina, Croazia, Turchia e della vicina Svizzera.
Sono in totale 13 le regioni italiane, una in più rispetto a Pechino, che vantano almeno una gioia a cinque cerchi. Ciò a dispetto del numero di iscritti azzurri (289 in 22 discipline), 58 unità in meno rispetto ai giochi cinesi del 2008. Se a Pechino furono le squadre della scherma (fioretto e spada), del canottaggio e dell'arco a rimpinguare gli atleti giunti a medaglia, a Londra si sono aggiunte le farfalle della ritmica e i roster di pallavolo e pallanuoto maschile.
Così dai 42 azzurri che misero al collo una medaglia in Cina, siamo passati ai 68 dei Giochi appena conclusi. Dopo la Lombardia, Marche (8 su 11 atleti, media strepitosa grazie soprattutto a fiorettiste - quattro tra Di Francisca e Vezzali - e pallavolisti) e Lazio (8 su 37, con l'unico sussulto nell'atletica del triplista di Latina Donato, 36 anni compiuti ieri). Poi la Campania, terra di pugili e sciabolatori (7 su 20) e la Toscana, patria di tiratori (7 su 27 con tre affermazioni per Campriani e Tesconi). Tutte regioni in attivo rispetto al 2008.
En plein dell'Umbria che va a medaglia (di bronzo) con i suoi due atleti, i pallavolisti Giovi e Zaytsev, la Liguria accresce il suo medagliere cinese (da 1 a 4) grazie ai pallanuotisti Aicardi, Felugo e Pastorino. Bene la Calabria, che a Pechino non aveva nemmeno un atleta: un bronzo (con la judoka Forciniti da Longobucco) su due iscritti. Giovanissime le medaglie emiliane che arrivano da Bologna: l'oro della 20enne del trap Jessica Rossi, il bronzo della 24enne fondista Martina Grimaldi, unico sorriso del nuoto.
Il Veneto fa invece un deciso passo indietro rispetto a quattro anni fa (anche per il flop di Federica Pellegrini e l'assenza del campione olimpico della spada Tagliariol): pur con nove atleti in meno (19 invece di 28) si ferma a due medaglie - l'arciere Galiazzo e il pallanuotista Presciutti - contro le 7 della rassegna asiatica. Il Friuli, senza la triestina Granbassi e con la tiratrice dello skeet campionessa a Pechino Chiara Cainero quinta a Londra, festeggia soltanto con il canoista Molmenti. Senza allori, nonostante il buon numero di atleti iscritti, Piemonte e Trentino (che sconta la squallida vicenda di doping di Alex Schwazer).


Cresce invece l'apporto degli stranieri naturalizzati: erano 24 i partecipanti come a Pechino, ma le medaglie sono salite da due (la sempreverde Josefa Idem, quinta a Londra, e il velista argentino originario di Cordoba Diego Romero) a nove, tutte medaglie di squadra, dalle ginnaste della ritmica alle calottine della vasca fino a schiacciatori e palleggiatori sotto rete. Come dire, anche nello sport Italia patria dei campanili e degli stranieri «adottati».

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