Parigi - C'è Sinner, ma ci sono anche i suoi fratelli di tennis, un'armata azzurra che continua a fare sempre più paura. Ad ogni vittoria, e ad ogni intervista del dopopartita, grandi ex come Wilander, Santoro e la Bartoli, chiedono e si chiedono cosa sia questo grande miracolo italiano. Che in effetti sembra inarrestabile.
E allora c'è Jannik che da Kotov (quello della partita di Madrid con l'anca in fiamme) a Kotov (quello liquidato ieri al Roland Garros con un triplo 6-4) ha vissuto il suo piccolo calvario che sembra davvero alle spalle. Tanto che, alla fine del match, non sanno più come stuzzicarlo, finendo per divagare su tennis e moda. E poi ci sono anche Matteo Arnaldi ed Elisabetta Cocciaretto a confezionare una tripletta contro i russi, che ha fatto nascere battute sul fatto che certe guerre si dovrebbero regolare con le racchette. Sarebbe davvero tutto meno cruento e sicuramente più divertente per noi, meno per uno come Adrej Rublev, numero 6 del mondo, che avrebbe voluto distruggere tutto mentre Arnaldi lo faceva nero: «È stata la migliore partita della mia vita», ha detto Matteo alla fine del 7-6, 6-2, 6-4 che rimmarà la pietra miliare di una carriera sicuramente luminosa, perché il talento c'è e la testa pure.
E lo stesso si può dire appunto anche della Cocciaretto, una ragazza dalla simpatia contagiosa, che studia giurisprudenza (le mancano 8 esami), che legge un'infinità di libri, e che proprio per il suo cervello fino si è a volte smarrita. Non questa però, quando avanti 4-1 nel primo set contro la Samsonova si è ritrovata al tie break: «A quel punto mi sono detta: smettila di pensare! Perché spesso comincio a farmi troppi problemi e mi blocco. Invece questa volta mi son messa a giocare col cuore ed ha funzionato». È finita infatti 7-6, 6-2 per la sua prima volta agli ottavi di uno Slam, e adesso ci sarà la sfida con la Gauff (mentre oggi la Paolini incontra la Andreescu): «Devo cercare di aggredirla e non lasciarle spazio. Se perderò vorrà dire che è sata lei più brava di me».
Tornando a Sinner, il suo giorno di riposo di oggi potrebbe essere quello memorabile: se infatti stasera Musetti dovesse fare il colpaccio contro Djokovic, il numero 1 al mondo di Jannik da lunedì 10 sarebbe
matematico: «Non l'ho visto in questi giorni, ma spero faccia una buona partita. Per il resto il ranking mi fa piacere, ma il mio obbiettivo resta migliorare come tennista e come persona». Uno così, è davvero un miracolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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