Estate 2008, casa Juventus: Cobolli Gigli presidente e Ranieri allenatore avrebbero voluto l'interista Stankovic come rinforzo per la Signora. Non se ne fece nulla, anche (soprattutto) perché i tifosi fecero capire ad altissima voce che di un ex nerazzurro non avrebbero saputo che farsene. Estate 2012: Lucimar Ferreira da Silva - in arte Lucio - rescinde il contratto con l'Inter e poche ore dopo firma un biennale con la Signora. Proteste? Nessuna. Dubbi? Nemmeno troppi: secondo un sondaggio promosso da juworld.net, il 59% dei votanti ha ritenuto ottima l'operazione dal momento che si è messo sotto contratto «un giocatore deluso da Tavolini, Prescritti, Pedinatori e Intercettatori FC». Si sogna insomma il bis dell'operazione Pirlo e, se il tutto dovesse davvero accadere, ci sarebbe di che spedire a Milano migliaia di bigliettini di ringraziamento.
Nel frattempo, O Cavalo (17 titoli in carriera, sei dei quali indossando la maglia dell'Inter) che fa? Impara a memoria la lezioncina giusta per fare breccia nei cuori dei suoi nuovi tifosi, liquida l'Inter e promette massimo impegno per i prossimi ventiquattro mesi. Unico accorgimento usato per dosarne l'accettazione da parte di chi non avrebbe proprio voluto un ex interista nel gruppo, il cambio del numero di maglia: al posto del 6 usato per gran parte della carriera, alla Juve indosserà il 2. Il 6, lasciato libero da Grosso, avrebbe in effetti urtato la sensibilità di chi ne vede come unico e legittimo proprietario Gaetano Scirea: dal momento che la Juve non ha mai ritirato la maglia dell'indimenticato capitano, meglio però evitare che a indossarla sia un giocatore appena arrivato dall'Inter. Per quanto, appunto, il 34enne brasiliano sia già sintonizzato sulle onde preferite dal popolo juventino: «Volete sapere se la Juve ha 28 oppure 30 scudetti? La penso come il presidente». Avesse detto il contrario, apriti cielo.
Ma c'è dell'altro: «Se segnassi contro l'Inter, esultare non sarebbe un problema. Ho girato pagina e darò il massimo per la squadra che mi paga. Qui c'è un grande progetto che comprende anche me. Penso che l'Inter abbia sbagliato a lasciarmi andare via. Oggi il mio colore è il bianconero: darò il mio massimo. Un paragone tra me e Pirlo è difficile farlo, anche perché abbiamo ruoli diversi. Spero comunque di ripetere quanto ha fatto Andrea: ho tanta voglia di vincere». Musica, maestro. E 2,5 milioni all'anno (più bonus) che sono sempre una bella cifra ma sostanzialmente meno di quanto gli avrebbero garantito Malaga o Fenerbahce. Troppo forte, però, il desiderio di rinascere in Italia dopo una stagione caratterizzata da tanti bassi e pochi alti.
A Conte toccherà il compito di farlo rivivere, toccando i tasti giusti: «Qui c'è una mentalità vincente, siamo tutti molto motivati. Sappiamo che in Champions non sarà facile, ma la Juve vuole far bene in ogni competizione». Lui - definito da Marchisio, ai tempi degli Europei, «un grande acquisto» - darà una mano pur non partendo titolare e dovendo magari adattarsi a una difesa a tre che non ha mai gradito: «Mi adeguerò in fretta». L'Inter nel cassetto (e nessun «in bocca al lupo» ricevuto da Mourinho), la Juve nel futuro.
Con stoccatina finale all'Argentina, se non proprio al mondo nerazzurro: «All'Inter hanno deciso di puntare su uno stile di gioco e su una nazionalità. La rivalità tra Brasile e Argentina c'è sempre, anche se durante la mia esperienza a Milano c'era un buon rapporto tra noi e loro: può essere che lì abbia vinto l'Argentina, ma in campo vince sempre il Brasile».
È quello che si augura anche la Juve, sempre osannata a Chatillon nonostante nei giorni scorsi non siano mancate proteste contro il «caro abbonamenti».Domani, comunque sia, primo test stagionale contro i valdostani dell'Aygreville (Eccellenza): 20 euro i biglietti interi, 15 gli Under 14.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.