Il no del Cesena al piano di salvataggio del Parma non passa inosservato, visto che è l'unico dei club di A. «Bisogna verificare le condizioni perché le regole vengano rispettate, solo allora si può mettere mano al portafogli - così il patron bianconero Lugaresi spiega la sua scelta -. La lettera di Sky me l'aspettavo, la condivido nei contenuti. Campionato falsato? Lo è già. Lucarelli ci ha offeso, noi abbiamo valori. Forse crede che i dirigenti siano come quelli che ha avuto lui. Non immaginavamo questi problemi».
Il Napoli è invece fra i 3 club che si sono astenuti nella votazione. «Il problema non è salvare o meno un club che è sull'orlo del fallimento, il vero problema è come proteggere il calcio della massima serie. L'etica ora ci impone di verificare i criteri di iscrizione ai campionati», i cinguettii via twitter del presidente degli azzurri Aurelio De Laurentiis.
Ha invece votato sì l'Atalanta, che domani sarà l'avversario degli emiliani al Tardini nel loro ritorno in campo dopo due partite rinviate. «La situazione del Parma è brutta ma non accusiamo il calcio, un caso così accade ogni cento anni, e assicuro che i controlli ci sono - il commento del dg Pierpaolo Marino -. Vogliamo aiutare il Parma, perché salvarlo è difficile. Noi abbiamo tenuto una posizione seria e responsabile, sportivamente siamo stati dalla parte del Parma e andiamo per giocarla affrontando probabilmente una squadra molto motivata».
«Non mi fido di Manenti, in Lega aveva detto che avrebbe sistemato le cose in tre giorni, ma ne sono passati più di 15, è inaffidabile - così il presidente del Genoa Enrico Preziosi -. Mi sembra che ci sia una caccia al colpevole, ma non è così che si risolvono i problemi. Dovremmo però impedire in futuro, che ci siano società che acquistino 200, 300 giocatori. La Federazione deve imporre delle norme come si fa in Inghilterra».
«Non è una situazione incredibile quella del Parma, incredibile è il megafono mediatico - il parere del patron del Palermo Zamparini -. Se una società è gestita male, fallisce, non credo che le altre società debbano farsene carico. Che io pianga per Cassano che non prende lo stipendio? No...».