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Dalla LuLa alla ThuLa. L'Inter risponde al Milan. È già derby da scudetto

Poker alla Fiorentina: scatenato Thuram, doppietta di Lautaro. 3 vittorie, 0 gol subiti

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Sarà un bel derby, perché sta bene anche l'Inter. Anzi benissimo, a giudicare da come ha preso a pallonate la Fiorentina: 4-0 con la firma d'autore dei nuovi gemelli. Perché al solito capitan Lautaro, un'altra doppietta, si somma la serata sontuosa di Marcus Thuram, primo gol con la maglia dell'Inter. San Siro esaurito e soprattutto entusiasta come poche altre volte. Peccato per la sosta, anzi no: perché la lunga attesa del derby del 16 settembre prolungherà ed enfatizzerà la vigilia e forse è meglio così. La Milano del calcio è di nuovo in festa, e probabilmente fra 2 settimane non sarà così per tutti.

Terza vittoria su 3 e anche stavolta senza prendere gol. La fase difensiva è talmente buona che ancora non si può misurare il vero valore di Sommer, un'unica autentica parata in 3 partite, a Cagliari. Ma il 4-0 alla Viola celebra soprattutto, fra gli abbracci dei compagni e i cori dei tifosi, lo sbarco di Marcus Thuram nel mondo nerazzurro.

Il francese segna un gran gol, il primo, il più importante, ne sbaglia almeno 3 clamorosi, ma c'era e questo conta, serve l'assist del raddoppio a Lautaro, conquista il rigore, costringe Ranieri all'ammonizione. Un partitone devastante, favorito - è giusto dirlo - dagli ampi spazi che troppo spesso gli avversari offrono alla sua corsa.

Seconda doppietta di stagione per capitan Martinez, già 5 gol e senza rigori. Sono 107 in assoluto nell'Inter, decimo cannoniere di sempre della storia nerazzurra. Qui il rigore lo calcia e lo trasforma Calhanoglu, il 3-0 che di fatto chiude la partita e rende vani gli sforzi di Italiano per trasformare e rivitalizzare la sua squadra, in partenza sostanzialmente uguale a quella che giovedì ha conquistato la qualificazione in Conference: 9 su 11, troppi, e infatti, complice forse l'inatteso gran caldo che ci riporta a Ferragosto, la Fiorentina dura mezzo tempo col suo calcio di velocità e piazzamento, molto alto, uomo su uomo quasi ovunque, ma mai pericolosa.

Nico punge, ma non fa male. Da Nzola a Beltran, il risultato non cambia. Un anno dopo e con 2 centravanti nuovi, a prima vista il problema è sempre quello, fare gol. Italiano cambia rapidamente i 4 giocatori offensivi (2 uomini all'intervallo, 2 dopo 10 minuti della ripresa), ma il ciclone Thuram spazza via ogni possibile reazione.

Inzaghi parte come previsto con otto nuovi acquisti in panchina (solo Sanchez non convocato), dando nella ripresa prima di tutto spazio ai soliti quattro: Frattesi, Arnautovic, Carlos Augusto e Cuadrado, che appena entrato mette sul piede del Toro Martinez il pallone del 4-0 finale. L'abbraccio del capitano felice è in qualche modo il suo pubblico benvenuto nell'Inter. Dentro nel finale anche Asllani, che spera di avere qualche opportunità in più, mentre restano a guardare gli ultimi arrivati Pavard e Klaassen.

A occhio, però, dovrebbero essersi divertiti anche loro, contenti di dove sono sbarcati.

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