A brigante, brigante e mezzo. Allo schiaffo proveniente dal consiglio di lega sulle date dei prossimi mesi, Antonio Conte, ct dell'Italia in preparazione per l'europeo dell'estate francese (partita inaugurale 10 giugno, finale 10 luglio), ha reagito alla sua maniera. Ha d'ufficio abolito lo stage azzurro fissato già tra l'8 e il 10 febbraio per il quale aveva ricevuto il via libera dalla lega, ma con l'assenza degli esponenti delle cinque squadre italiane (le due di Champions e le 3 di Europa league) impegnate nei tornei continentali (proposta firmata da Adriano Galliani e accolta dall'unanimità dei club). «Meglio lasciar perdere che dare vita a uno stage monco», la spiegazione, ineccepibile bisogna aggiungere, dell'interessato che ha reagito alla sua maniera, previa consultazione con la federcalcio che aveva lavorato nei giorni scorsi per ottenere quanto richiesto dal tecnico pugliese. Lo strappo tra Conte e la Lega di Milano è risultato ancora più evidente perché anche sulla seconda richiesta pressante del ct, la risposta incassata è risultata completamente negativa. La finale di coppa Italia infatti è stata fissata per sabato 21 o per domenica 22 maggio (a seconda delle squadre che si qualificheranno) di fatto rendendo vana la possibilità di anticipare la sfida stessa per consentire una settimana di riposo ai 23 azzurri che faranno parte della spedizione. Per tutta risposta Conte ha cancellato il riposo per cui la sua data di convocazione rimarrà la stessa e gli azzurri con le rispettive famiglie dovranno attendere metà luglio per guadagnarsi qualche giorno al mare e al sole, nella migliore delle ipotesi. A completamento dell'assise di ieri a Milano, sono state definite anche le date di inizio e fine della prossima stagione calcistica. Si comincerà molto presto (in vista delle qualificazioni per il mondiale 2018 in Russia), il 21 agosto, ultimo giorno delle Olimpiadi, per concludersi a fine maggio. La novità più attesa del calendario però è stata rinviata a una prossima assemblea. Non è stata ancora annunciata la scelta di prolungare la prima parte del torneo fino alla soglia del Natale giocando il 25 e 26 dicembre (come da proposta di Sarri, allenatore del Napoli) mentre è stata prevista già la successiva sosta di tre settimane, 21 giorni che sposterà oltre la Befana la ripresa del campionato stesso.La conclusione di questo ennesimo braccio di ferro tra club di serie A e Nazionale ha una sola morale: ha rafforzato il proposito, da parte di Antonio Conte, di concludere il proprio mandato azzurro con il viaggio estivo in Francia per tornare alla sua attività originaria, allenare una squadra. E qui, come le recenti cronache di calciomercato hanno raccontato, l'indizio maggiore è quello che porterebbe l'attuale ct a Milanello in sostituzione di Sinisa Mihajlovic. Questo è il primo aspetto ma non è l'unico. Perché ce n'è un altro di natura squisitamente politica che va esaminato ed è il seguente: la federcalcio di Tavecchio, che ha goduto dell'appoggio elettorale proprio della serie A, non è riuscita a ottenere per il proprio selezionatore una tre giorni da vivere a Coverciano.
È vero che in passato solo a Sacchi venne concessa questa opportunità ma c'erano altri numeri (serie A ridotta e calendario meno intasato) e altri equilibri (Matarrese da presidente comandava e si faceva rispettare). Anche Prandelli, prima del Brasile, chiese inutilmente. Ottenne un secco no e incassò con un sorriso amaro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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