I fatti devono seguire le parole. E il Milan di Sinisa Mihajlovic si è fermato al mero esercizio dialettico. In quel di Modena, contro il Carpi, i rossoneri restano al verde, come la loro maglia. Uno zero a zero che smentisce le parole dell'allenatore serbo che alla vigilia aveva paragonato la sua squadra alla Juventus e messo differenze con l'Inter solo per acquisti e tempo di crescita. Invece lo zero a zero di Carpi non lascia nemmeno l'ironia a Mihajlovic perché Silvio Berlusconi, senza dubbio, sarebbe andato nello spogliatoio di Castori se fosse stato allo stadio; i tifosi si sono presi tutto il freddo, non come contro il Crotone andati via prima secondo Miha per le temperature rigide, ma sono rimasti comunque delusi. Il Milan si ferma a Carpi confermando tutte le difficoltà appena mette il naso fuori da Milano: solo due vittorie in otto viaggi, parlare di Champions così diventa difficile, soprattutto dopo una prestazione altalenante con pericoli creati solo nei finali dei due tempi. Subito bocciato alla prova del nove, le tre partite da vincere prima di Natale per lanciarsi definitivamente.Non trova continuità di risultati il Milan nonostante la formazione sia la stessa che ha strapazzato la Sampdoria di Montella con l'eccezione di De Sciglio al posto dell'infortunato Antonelli. Quindi 4-4-2 che nelle intenzioni di Mihajlovic dovrebbe essere a trazione anteriore con Cerci e Bonaventura sulla linea degli attaccanti. La partenza però è tutta del Carpi di Castori che si mette a specchio, ma ci aggiunge l'intensità che sorprende i rossoneri. D'altra parte da queste parti hanno faticato tutte le grandi: l'Inter ha vinto di rigore, la Fiorentina di misura e il Napoli è stato bloccato sullo 0-0. Non c'è da sorprendersi dunque delle difficoltà del Milan che fatica a uscire: in un quarto d'ora gli emiliani tirano tre volte in porta, la più pericolosa di Lollo con Donnarumma che conferma tutto il bene che si dice su questo ragazzo di sedici anni. Per il resto a quel punto sul fronte rossonero da segnalare ci sono solo i cori contro Adriano Galliani, invitato più o meno gentilmente ad accomodarsi alla porta dai tifosi rossoneri, cori che seguono a stretto giro di posta le critiche di Paolo Maldini. L'ad rossonero mette d'accordo per una volta curva e l'ex capitano...Urla anche Mihajlovic nel tentativo di scuotere i suoi, che nonostante la divisa verde militare faticano a calarsi nella battaglia. Soprattutto perché non riescono a ripartire palla a terra con Bacca che si muove sempre spalle alla porta. Non è un caso che i rossoneri crescano nel momento in cui Montolivo prende in mano il pallino delle operazioni. Però Cerci si conferma nel bene e nel male: dinamico, ma sprecone a ripetizione con l'aggiunta di qualche fuorigioco di troppo. Niang scalda Belec dalla distanza con Bacca più ispiratore che risolutore, con un paio di ultimi passaggi fuori misura. Milan padrone, ma il brivido è nascosto prima del té caldo, con Lasagna che manda in tilt la difesa rossonera e viene toccato da Donnarumma in area, il dubbio resta. Il giocatore che a ogni pallone toccato è un invito a tavola, pescato tra i dilettanti, è a tratti imprendibile grazie anche all'intesa con l'ex rossonero Borriello, altro protagonista della serata. Mihajlovic nella ripresa cambia passando al 4-2-3-1 con Bonaventura al centro e nel vivo dell'azione. L'altra mossa è Luiz Adriano per l'evanescente Cerci. Il brasiliano sulla carta è quello che risolve i problemi con le piccole (Empoli e Sassuolo), ma il Milan colleziona solo qualche punizione sfruttata male.
Nell'assedio finale Belec, ex Inter, si esalta due volte. Mihajlovic può recriminare un rigore su Luiz Adriano, ma per la settima volta i rossoneri chiudono senza segnare (nessuno come loro). Troppo poco per chi punta alla Champions e si confronta con Juve e Inter.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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