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Un Mago, uno Special e ora tocca al Normal

Dai trionfi di Herrera (su Real e Benfica) e Mou (Bayern) alla chance di Simone

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Un Mago, uno Special e ora tocca al Normal

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Da Vienna '64 a Istanbul '23: la lunga storia nerazzurra di Champions che in 59 anni ha portato a sei finali e, per ora, a tre coppe già messe in bacheca. Una storia cominciata al Prater quella sera del 27 maggio del '64 in cui l'Inter si ritrovò quasi nella stessa situazione di oggi, messa di fronte alla squadra più forte del momento, il Real Madrid, ormai però avviata a chiudere il suo grande ciclo con i vari Puskas e Di Stefano ormai pronti a passare tra le leggende. Si gioca davanti alle tv di ben 18 nazioni, un record per i tempi e un'inezia di fronte alle 150 di oggi. L'Inter guidata da un mago argentino giramondo, Helenio Herrera, può così sorprendere le merengues pronte per la pensione e grazie alla freschezza dei vari Mazzola, Jair, Suarez e Corso conquista la coppa dei Campioni alla sua prima partecipazione, cosa che (a parte ovviamente il Real della prima edizione) riuscirà poi solo a tre squadre britanniche, il Celtic, il Nottingham e l'Astion Villa. Finisce 3-1, Mazzola segna una doppietta (l'altro gol è di Milani) e alla fine Ferenc Puskas dà la sua maglia al giovane Sandrino, dicendogli di aver avuto l'onore di giocare anche contro suo padre Valentino.

L'anno dopo l'Inter ha la grande occasione di difendere il titolo in finale a San Siro, e non se la fa scappare. Di fronte c'è il Benfica di Eusebio e Coluna che continua a pagare la maledizione di Guttmann: Jair segna sotto il diluvio con un tiro che passa tra le gambe del grande Costa Pereira, poi il portiere portoghese deve uscire per infortunio e, in tempi in cui non sono ammesse ancora le sostituzioni, finisce in porta il terzino Germano. Nonostante tutto i portoghesi ci provano fino in fondo, ma l'Inter fa il bis e riporta in trionfo Angelo Moratti. Due anni dopo è ancora finale, a Lisbona contro il Celtic, ma questa volta è la grande Inter di Herrera ad aver imboccato il viale del tramonto. Lo squadrone di Burgnich e Facchetti, Jair e Mazzola, con l'aggiunta di Boninsegna e con Gianni Invernizzi in panchina, arriva però veramente a fine corsa a Rotterdam nel '72, quando cede nettamente davanti all'Ajax di Cruijff (autore della doppietta del 2-0), Krol, Haan e Neeskens, che domina quel triennio.

Per rivedere l'Inter in finale, e soprattutto con la sua terza Champions, bisogna aspettare ben 38 anni, fin quando è un altro mago, lo Special one Josè Mourinho, a rompere quello che sembrava un incantesimo: ci riesce a Madrid il 22 maggio 2010 contro il Bayern di Robben, Van Bommel e Thomas Mueller. È l'Inter di Julio Cesar e Maicon, di Sneijder ed Eto'o, ma è soprattutto la notte magica di Diego Milito che segna una doppietta e consente a capitan Zanetti di riportare a casa quella coppa che mancava da 46 anni.

Adesso, a Istanbul contro il City, l'occasione per calare il poker.

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