Il dubbio non è amletico ma serve da alibi: fidarsi o non fidarsi delle amichevole estive? Possono esaltarsi i tifosi del Milan per i gol e i segnali di fumo bianco contro il Vicenza? Deve preoccuparsi il popolo interista per la sveglia che li ha destati contro il Villarreal?
I gol facili dei campioni d'Italia portano vitamine quelli altrettanto comodi però incassati dalla squadra di Inzaghi sollecitano dubbi anche perché in campo è scesa la formazione tipo, come si usa dire e scrivere ma proprio su questa voce il club deve chiarire il presente e il futuro. Il Milan ha completato i quadri senza sparare alla luna, l'Inter si è rinforzata nel trucco con alcuni innesti clamorosi, Lukaku basta e avanza ma sembra che, improvvisamente, le certezze, i pronostici euforici debbano fare i conti con una realtà diversa e l'aria che si respira tra i tifosi non è così pulita come all'inizio della campagna acquisti, la cosiddetta fase difensiva è fragile, dieci gol in cinque partite sono tanti, troppi. Di certo la trasferta di Lecce, debutto di campionato, non può creare ansia però meglio non illudersi, in campo nessuno può vivere di rendita, come si è visto in altri tornei (Liverpool e Manchester United). Poi c'è la Juventus che nella sciocca amichevole casalinga (sul prato della Continassa a porte chiuse!) contro l'Atletico di Madrid ha ribadito una grave involuzione tattica, tecnica a atletica, addirittura dileggiata tre volte da Morata e infine da Cunha, gli spagnoli sono stati più reattivi, ordinati con un'idea di gioco fornita da Diego Simeone. Allegri si è inventato Bremer a sinistra, presentando Soulé al posto di Kean, punito per essersi presentato in ritardo, secondo usi e costumi.
Partita utile per i colchoneros e di grande imbarazzo e terribile nel
risultato per i bianconeri con Vlahovic sempre più isolato e desolato, senza un pallone, che fosse uno, giocabile. Ma arriverà Kostic e tutto cambierà per Allegri e i suoi 15 colleghi amici dello staff. Fino alla fine. O no?
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