Chiamatelo Mal d'Africa o chiamatela saudade, la sensazione di nostalgia è sempre la stessa. La nostalgia di quei calciatori partiti dal nulla, dopo aver lasciato gli affetti e il paese di origine, alla ricerca di un contratto da professionista. Alcuni trovano spazio nei club, molti altri meno. E quando quegli stessi calciatori che ce l'hanno fatta ricevono la chiamata dell'Africa, rispondono sempre presente.
Tra i tanti interpreti del nostro campionato che parteciperanno alla 31esima edizione della Coppa d'Africa, il torneo biennale che si disputa a inizio anno, vanno menzionati Koulibaly e Ghoulam del Napoli, Salah della Roma, Keita della Lazio, Kessiè dell'Atalanta. Tutti titolari nelle rispettive squadre, a cui si aggiungono pure Benatia e Lemina, spesso chiamati in causa dalla Juve.
In pratica, quasi tutte le prime della classe del massimo campionato italiano (sette delle prime dieci) hanno almeno un giocatore che volerà in Coppa d'Africa (in onda quest'anno su Fox Sports). Tante big, ad eccezione di Inter e Fiorentina (non convocata la punta Babacar). Si salva anche il Milan, la cui nuova politica societaria di squadra giovane e italiana porta i suoi frutti. Lontani i tempi di quando a Milanello gironzolavano i vari Muntari e Essien.
La trasferta africana, però, non solo vede allontanare alcuni dei migliori giocatori di Serie A, ma li vede impegnati in una manifestazione provante dal punto di vista sia fisico che mentale e della durata di un Mondiale (sono 4 gironi da 4 squadre, poi nell'ordine quarti, semifinale e finale il 5 febbraio). Questo è quanto ha detto l'ultima edizione del 2015, vinta ai rigori dalla Costa d'Avorio sul Ghana. Nella squadra ivoriana c'era l'attaccante esterno giallorosso Gervinho, che al ritorno dall'Africa non inquadrava la porta nemmeno col binocolo: la Roma, di fatto, perse punti decisivi per la lotta scudetto.
Allora, meglio cautelarsi. Non a caso i bianconeri, ad esempio, hanno già chiuso per Rincon del Genoa al posto di Lemina; i rivali giallorossi stanno lavorando per offrire a Spalletti un degno sostituto di Salah (tra gli obiettivi El Ghazi e Jesè); mentre il Napoli, più che un erede di Koulibaly, in difesa è ben coperto da Albiol, Chiriches, Maksimovic e Tonelli, deve trovare un rimpiazzo di Ghoulam, anche perché il collega di reparto Strinic non offre garanzie.
Oltre alla Serie A, la Coppa d'Africa porta via fior di campioni di club europei di primissima fascia. Su tutti un certo Pierre-Emerick Aubameyang, forse la stella più luminosa del parterre de roi del "Mondiale" africano e per distacco il miglior giocatore della nazionale ospitante, il Gabon, una delle formazione sulla carta in grado di conquistare il primo titolo della propria storia. Ebbene il calciatore che tanto bene sta facendo al Borussia Dortmund, un tempo di proprietà del Milan, ora vale 80 milioni.
Una beffa per i dirigenti rossoneri, che si sono visti sfilare via dal taschino, per poco più di un milione di euro, un ragazzo talentuoso e fin troppo simile ai due fratelli maggiori Catilina (cinque presenze in tutto con il Milan) e Willy (appena 45' in un match di Coppa Italia) incapaci di lasciare il segno al Milan.Cosa che proveranno a fare l'Algeria, guidata dai due talenti del Leicester, Mahrez e Slimani, ma per il titolo occhio pure a Senegal, Ghana e alla Costa d'Avorio, detentrice del trofeo.
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