Cose arabe nel pallone

Mancini spinge la candidatura al Mondiale 2034 ("orgoglioso"). A Riad sicuri: Del Piero dirigente nel club di CR7. Mentre è polemica sullo sponsor della Roma in ottica Expo. E la Lega calcio deve cambiare calendario...

Cose arabe nel pallone
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È chiaro che i soldi comprano tutto, almeno quello che è in vendita. C'è chi all'Arabia Saudita ha saputo dire di no, e solo per questo merita un po' più di rispetto. Non ce l'ha fatta Roberto Mancini e perciò non c'è da sorprendersi che si spenda premuroso al fianco del presidente federale saudita, all'indomani della presentazione della candidatura a organizzare il Mondiale del 2034. C'è chi ha fatto di peggio e non solo nello sport.

«Sono orgoglioso di essere con l'Arabia Saudita nel suo viaggio calcistico», il tweet di Mancini. I post sui social sono previsti dai contratti, propaganda a pagamento che dobbiamo essere in grado di pesare e filtrare. E del resto la scorsa settimana, Mancini si era addirittura ricordato della festa nazionale saudita, con tanto di foto della bandiera verde sventolante. Persino peggio dell'entusiasmo per la candidatura mondiale.

Chissà se anche Del Piero finirà nella melassa in salsa saudita. Voci da Riad, lo danno per sicuro prossimo diesse dell'Al Nassr, la squadra di CR7: competenza da valutare, ma popolarità stellare, l'ideale per un altro ambassador planetario. Ovviamente pagato come nemmeno quando giocava. Vedremo, sperare che non sia vero oppure rifiutare come pare abbia fatto Maldini senza dire niente, non costa nulla.

In Arabia va anche la nostra Lega Calcio, per giocare un'altra edizione della Supercoppa, la prima in versione Final Four. Partite previste dal 4 all'8 gennaio e calendari del campionato già presentati, contando il rinvio delle squadre impegnate (Napoli e Lazio, Inter e Fiorentina). Poi però a Riad si sono accorti che quelle date non vanno bene perché il loro cartellone è già troppo ricco e perciò, contrordine si cambia. Lunedì il Consiglio di via Rosellini deve deliberare il nuovo programma, tanto decidono sempre i soldi. Se non sono quelli delle tv, sono quelli degli arabi.

Finisce che non sono neppure molti i 25 milioni per 2 anni che la Roma si è assicurata per avere sulla maglia il logo di Riad Season, evento culturale e sportivo, finanziato dal governo saudita, là dove prima c'era il gratuito SPQR, che inneggiava alla gloriosa storia della capitale. Polemiche politiche, perché Riad è il primo avversario proprio di Roma per l'organizzazione di Expo 2030, ma come non ricordare che la proprietà del club è americana e non di Trastevere? Con tutto ciò che ne consegue.

Un'ultima cosa sulla candidatura saudita al mondiale 2034. Già oggi, l'assegnazione va considerata certa, perché non sarà sfuggito a nessuno come l'edizione 2030 sia stata data, per la prima e certamente unica volta nella storia, a 3 continenti insieme: in Uruguay, Argentina e Paraguay le rispettive partite inaugurali per celebrare il centenario del primo Mondiale, quindi il resto della competizione in Europa (Spagna e Portogallo) più Africa (Marocco).

Una trovata meravigliosa perché nessun altro possa ostacolare l'Asia, ovvero Riad nella corsa all'edizione successiva. Chi vuole può cominciare fin d'ora ad appellarsi ai diritti umani o a gridare allo scandalo, tanto a Zurigo importano solo i soldi, quelli che tutto comprano, perché là tutto è in vendita.

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