Mancio: "L'Inter è squadra vera. So dove sono, non serve il tutor"

A Napoli varata la rivoluzione nerazzurra

Mancio: "L'Inter è squadra vera. So dove sono, non serve il tutor"

nostro inviato ad Appiano G.

Adesso gira la voce che il Mancio sia solo. Povero, non gli hanno neppure preso Benalouane all'ultimo minuto, il presidente al massimo gli invia dispacci da Giakarta, Bolingbroke si circonda di americani e Icardi gli va sotto la curva senza permesso. Dai, è scandaloso. E non parliamo degli altri, il lama, lo stupratore e l'ergastolano, così come sono stati pennellati tre elementi della rosa, costruita male e riparata peggio. Poi c'è la leggenda del vecchio preside. Che guidi nell'ombra lo abbiamo capito subito, ma lui per primo deve sentirsi fuori posto a vedersi tirare in ballo ogni trenta secondi. Se a Moratti si può imputare un errore gravissimo, sempre letto come snobbismo alla milanese, è aver consentito tutto, compresi i commenti da spiaggia che gli piovevano addosso, a lui e all'Inter, a prescindere dal risultato. Ha detto Benitez che qui voleva vincere ma non glielo hanno lasciato fare. Gasperini ha detto che voleva portare un vento nuovo ma non gliene hanno dato il tempo. Ma chi? Fuori il colpevole. Intanto tutti a darsi di gomito, è la solita Inter, con uno spogliatoio pronto a esplodere da un momento all'altro.

Ieri il Mancio durante la presentazione di Napoli-Inter, quarto di coppa Italia, aveva stampato addosso un sorriso non di circostanza, non solo la faccia, tutto, e sembrava sereno. Fa: «In Inghilterra non esiste il presidente o il ds, eppure si gioca e si vince senza bisogno di un nonno, siamo abbastanza grandi per capire chi siamo e dove siamo. E io vedo una squadra vera. Poi capisco che sia difficile spiegarlo, facciamo tanti errori, li facevamo prima e continuiamo a farli adesso. Ma io vedo una squadra vera». L'Inter ha sempre vinto con la testa prima che con le gambe e le tattiche, questo Mancini lo sa, appena arrivato dopo dieci giornate era a 11 punti dalla Juventus, poi vinse la coppa Italia e si classificò terzo. Adesso la squadra gioca da schifo, innegabile, ma qui c'è un po' troppa gente che getta per terra la maglia. Icardi verrà multato per la sua superficialità, intempestivo, si muove poco e quando lo fa è fuori sincro il capocannoniere. Ne siamo certi?

Altri hanno buttato la maglia per terra, ma erano arrabbiati. Comunque stasera uno dei tre obiettivi potrebbe finire nel cestino perchè fare fuori il Napoli detentore della coppa al San Paolo non è una cosa semplice: «Stanno bene, giocano bene, sono in un gran momento. Però il campionato è una cosa, la coppa Italia un'altra, questa è una partita secca dove può succedere qualunque cosa». Un giro largo per tenere accesa la luce, perchè l'Inter di Reggio Emilia non dà speranze e invita a sospenderne la visione, anche se Benitez azzarda che è una squadra fortissima.

Alla mezzanotte di ieri sera presentata la nuova lista Uefa, entrano Shaqiri, Santon (in panchina stasera) e Puscas (escono Khrin, M'Vila e Osvaldo), Nagatomo disponibile dal primo minuto, rientra Juan Jesus, si rivede Hernanes e a Mancini hanno consigliato di cambiare modulo, lui ha sorriso: «Grazie, grazie», sono cose che ti fanno sentire meno solo.

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