nostro inviato ad Appiano G. - «Il Milan in questo momento sta meglio di noi - ha commentato Mancini -, il risultato è aperto».Adesso bisognerebbe capire dove finisce lo snobismo dell'Inter e dove inizia la paura, intesa come giudizio degli altri. Ieri ad Appiano si discuteva di cosa sarebbe successo in un altro club, per esempio alla Juventus, se avessero dato del finocchio ad Allegri. Oppure se a una squadra prima in classifica- parole di Mancini - avessero dato due o tre rigori contro allo scadere e per giunta in casa.L'Inter deve fare i conti anche con questo, la società non è dietro la squadra e all'allenatore. Questa filosofia di lasciar correre sta diventando stucchevole, ha tracciato un solco e dilapidato un vantaggio straordinario sulle altre, il 6 gennaio l'Inter era in testa al campionato, oggi 31 gennaio è a sei dal Napoli, quattro dalla Juventus e in svantaggio nello scontro diretto con la Fiorentina, a pari punti ma di fatto dietro anche ai viola. Qui è mancato qualcosa che non può spiegarsi solo con la consapevolezza che il campionato fosse ancora lungo e forse il primo posto non era l'esatta fotografia di quanto era successo. Quando l'Inter va in testa alla classifica per tirarla giù ci vorrebbero le cannonate. «In una stagione ci sono momenti di flessione, partite che non meriti di perdere e neppure di pareggiare - ha commentato Mancini- . Abbiamo perso partite in modo strano per una squadra prima in classifica, ma siamo stati bravi a rimanere primi fino al 6 gennaio. Il campionato è ancora lungo, l'unica strada è lavorare duro». Voleva dire che neppure lui se lo aspettava di stare davanti per 18 giornate. Il Mancio ieri sembrava scuffiato, si è rivoltata la barca con tutti i marinai: «Eder ci sarà utile, non so se giocherà da subito». È l'unico che non sia caduto in acqua, dovrebbe mettersi al fianco di Ljajic dietro a Icardi, perché il problema del gol esiste, è sempre esistito ed è stato il freno. Anche se Mancini ripeteva fino all'esaurimento che prima o poi tutto si sarebbe sistemato, il gol non era un problema e Icardi ne avrebbe segnati ancora altri 22. Invece è arrivato Eder, 13 milioni, 29 anni, 12 reti, vicecannoniere del campionato a nove gol da Higuain. «Può darci una mano - ha spiegato Mancini-, ma non può risolvere tutto. Ho scelto di prendere un attaccante piuttosto che un centrocampista perché ho dovuto pensare a cosa fosse meglio. La cosa logica era prendere un centrocampista, ma è vero che abbiamo questo piccolo problema che si fatica a far gol e ci serviva un'altra opzione. Perciò è arrivato Eder».Il gol è una sintesi perfetta di tutte le sinergie.Del derby il Mancio ha detto poco, non ci arriva da favorito neppure nei sondaggi, nonostante il Milan sia 8 punti dietro: «Non è una partita decisiva, è una gara importante.
Vincendola possiamo prendere consapevolezza, sono tre punti per provare ad accorciare le distanze da Napoli e Juventus».Ieri nell'allenamento pomeridiano c'erano i tifosi sulla tribunetta di Appiano a incitare la squadra, sul prato Eder ha messo dentro una doppietta, giocava al fianco di Ljajic e dietro a Icardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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