Una "manita" al Genoa per convincere l'Inter che il Barça non fa paura

Spalletti vince anche col turnover e si carica per la Champions. Doppietta di Gagliardini

Una "manita" al Genoa per convincere l'Inter che il Barça non fa paura

Milano Tutto facile ma non era per nulla scontato. Spalletti aveva ammonito i suoi alla vigilia sul rischio di sottovalutare il Genoa, che poi è una litania che gli allenatori ripropongono allo sfinimento prima di ogni gara contro una media-piccola, ma che è esercizio obbligatorio se si vuole stare in alto in classifica. Risultato: l'Inter asfalta il Genoa con 5 gol senza nessuna difficoltà e Spalletti ottiene risposte a grappoli. I titolari di giornata (guai chiamarli riserve, al tecnico toscano non garba), corrono, giocano, creano e segnano. Ma soprattutto scendono in campo con la grinta e la voglia di chi sa di avere un'occasione importante. E vuole sfruttarla. Valore aggiunto, il recupero di Nainggolan che entra a 5' dalla fine e trova anche il tempo per segnare il suo secondo gol con la maglia nerazzurra. Il miglior viatico possibile per la gara di martedì contro il Barcellona che, prestigio assoluto a parte, può dire molto sul futuro europeo dell'Inter e sul suo reale valore. Anche se probabilmente pure Messi sarà della partita, un ostacolo non trascurabile in più.

Spalletti come promesso cambia moltissimo. Niente turnover, come detto, ma rotazioni importanti. Cambiano i terzini, con D'Ambrosio e Dalbert dal primo minuto mentre i due centraloni Skriniar e De Vrij non si toccano. In mezzo riecco il reietto delle coppe Gagliardini, escluso dalla lista Champions, insieme all'insostituibile Brozovic. Davanti con Perisic e Politano ci sono Joao Mario e Lautaro Martinez che meritano una parentesi a parte. Il portoghese è stato elogiato da Spalletti per essersi dimostrato un professionista esemplare. Mai una polemica o una parola fuori posto anche se non è mai sceso in campo fino alla gara con la Lazio della scorsa settimana dove ha fatto bene. Il tecnico lo ha riproposto col Genoa e si è visto un altro giocatore rispetto a quello fischiatissimo della scorsa stagione. Non a caso, per lui tanti applausi ad ogni tocco di palla. Non sbaglia quasi nulla e nel finale si toglie la soddisfazione del gol cui aggiunge due assist. Bravo. Una risorsa in più per l'Inter. Lautaro invece ha avuto l'occasione che voleva, tornando titolare dopo la gara con il Cagliari in cui era stato decisivo. L'argentino si sbatte tanto, si vede che ha voglia di spaccare il mondo ma non ha lo spunto per essere decisivo. Poco efficace e rimandato. Anche il Genoa cambia, lasciando fuori per la prima volta il cannoniere Piatek parso un po' fuori forma ma comunque appiattito al ruolo di comparsa a San Siro. E conoscendo il fumantino Preziosi, anche se Juric è arrivato da sole 4 gare, due pareggi e due sconfitte non bastano per farlo dormire tranquillo.

Tra il 14' e il 16' del primo tempo, l'Inter colpisce e affonda. Prima Gagliardini da due passi sfrutta alla perfezione un rimpallo (il tocco di Biraschi involontario lo rimette in gioco, il Var convalida ma sbaglia), poi Politano approfitta di un regalo di Lazovic che gli mette sul piede la palla del due a zero. La gara è già in cassaforte, perché dietro l'Inter non rischia nulla e ogni volta che spinge dà l'impressione di poter fare male. E così la ripresa diventa un mero esercizio di stile in cui i nerazzurri dominano in lungo e in largo. Ancora Gagliardini fa 3 a 0 in avvio dopo un mezzo miracolo di Radu su Perisic e nel finale Joao Mario da fuori e Nainggolan di testa chiudono la manita sulla faccia del Genoa.

Missione compiuta, in

pieno. Per fermare il Barcellona martedì servirà molto di più ma l'Inter delle ultime settimane è più forte, più completa e più consapevole. A prescindere da come andrà, il momento migliore per affrontare i fenomeni catalani.

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