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Marotta non ha paura di fare lo sceriffo

Marotta non ha paura di fare lo sceriffo

I eri sono iniziati i saldi a Milano. Anche all'Inter. Li ha aperti Beppe Marotta dicendo la verità. Nient'altro che la verità. Icardi e Nainggolan sono in vendita. Un segreto di pulcinella. Perché con l'arrivo di Antonio Conte, ma non a causa sua, è stato chiaro fin dall'inizio che l'ex capitano e il belga non sarebbero stati al centro del progetto. Il punto è un altro. Perché fino a quando lo dicevano e lo raccontavano altri, la società nerazzurra non si presentava in una potenziale posizione di debolezza al tavolo con i potenziali acquirenti. Dichiarare ufficialmente gli esuberi, uno sport di questi tempi, è un'arma a doppio taglio. Perché la chiarezza paga sempre, così si inizia la stagione senza equivoci. Ma il conto rischia di essere salato. Il deprezzamento di Icardi subirà un ulteriore scossone. L'uomo da cento milioni, che ora ne vale settanta, potrebbe vedere dimezzato il suo valore in sei mesi. E l'ex giallorosso pagato un anno fa trentotto milioni compreso il sacrificio «tormentato» di Zaniolo, rischia una minusvalenza senza precedenti. Il navigato Marotta avrà fatto i suoi conti, pesato le parole che hanno tolto due problemi da gestire a Conte. Ha facilitato la vita al nuovo allenatore, ma per un'ala del tifo nerazzurro l'ex ad bianconero è uno «sceriffo» indispensabile, per l'altra un «cavallo di troia», al servizio del grande nemico. La sua prima mossa è un assist alla parte intransigente di San Siro, che tra fischi e insulti chiedeva la testa di Icardi da febbraio. Dal giorno dell'ammutinamento, dal rifiuto di salire sull'aereo per Vienna del capitano appena sfasciato. Non c'è molta differenza in quello che sta facendo adesso l'Inter che di fatto mette «fuori squadra» due giocatori, li estromette dal progetto. Stasera in ritiro ci saranno due convitati di pietra. Si alleneranno, magari giocheranno le prime partitelle quelle che fanno sognare i tifosi. Aspettando Lukaku e Dzeko, Icardi, unica punta di ruolo disponibile oggi, potrebbe ripartire dall'unica cosa che sa fare meglio: segnare. E a quel punto i dubbi sulle parole di Marotta potrebbero materializzarsi.

Anche se poi il conto lo presenterà come sempre il campo a fine stagione.

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