
La FIAT ha voluto mandare Stefano Domenicali a casa e la F14T onora il proprio ex capo con il secondo posto nelle libere cinesi, facendo prosciuttino per 141 millesimi tra quei due gran pezzi di pane dell'Hamilton e del Rosberg. Probabilmente due E.T. su Mercedes appesantite da troppa benzina e indisposte causa sottosterzo persistente e freddo. Per questo la Rossa non illude e nessuno in sella al Cavallino s'illude: è solo venerdì. Però il dato temporaneo e confortante resta e va preso: la macchina e Alonso avrebbero potuto salutare Domenicali e accogliere il suo successore con un nono tempo e invece sono lì davanti. Raikkonen in versione Massa nordico un po' meno (7°, ma prima sessione buttata per guaio non meglio specificato, pare servosterzo).
Fatto sta, nel primo giorno di Marco Mattiacci gran capo del Cavallino, il benvenuto sembra di quelli giusti. L'«americano» di Roma e Maranello, nel senso che «sono in Ferrari da 14 anni, sono via dall'Italia da 21 e da 20 lavoro negli States» in attesa di farlo con i fatti, dimostra a parole di avere idee chiare. Dice: «Il mio ruolo è assemblare dei team ed esaltare i talenti e in tutto quel che ho fatto sono sempre riuscito ad avere gruppi di lavoro estremamente competitivi, raggiungendo risultati estremamente importanti... Alonso? Il miglior pilota e vuole il titolo con la Ferrari». Quanto a questa Rossa «c'è un gap da colmare e lotteremo per questo... intanto guardo a che cosa c'è di buono e poi eventualmente si cambierà anche con interventi sul mercato. Però solo se necessari perché la squadra è eccellente...». Quindi, su se stesso: «Devo essere all'altezza delle aspettative» per cui «mi avvicino con umiltà e con la voglia di imparare il più in fretta possibile. Non aver avuto esperienze in F1 mi dà ora una grandissima motivazione. Grandissima... Il principio fondamentale è l'umiltà e quindi ascoltare e imparare... Quando ho ricevuto la telefonata erano le 5 del mattino e pensavo fosse un pesce d'aprile in ritardo... ho accettato subito: questa è una missione e non un'offerta di lavoro».
Seguono i ringraziamenti al predecessore, «un professionista e un amico che ha fatto un lavoro egregio» e soprattutto a Montezemolo (perché Marchionne ha premuto per il cambio, però Mattiacci è uomo del patron ferrarista e gradito a Torino): «Ci sentiamo molte volte al giorno. Montezemolo è il presidente ed è fortemente coinvolto. Più mi è vicino e meglio sarà... ed è stato molto chiaro con me e con i miei collaboratori: sarà messa a disposizione qualunque cosa serva per costruire un futuro molto solido».
Ecco, questo è il punto.
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