nostro inviato a Appiano Gentile
«Dovranno essere gli altri a preoccuparsi di noi. E noi dobbiamo attaccare stando attenti a non prendere scoperture». Ieri Mazzarri ha chiamato così i contropiede letali che hanno affossato l'Inter 2012/13. Poi ha detto che l'Inter deve fare il suo calcio, a San Siro come in trasferta, stesso atteggiamento: «E alla fine del girone di andata, dopo averle incontrate tutte, tireremo le somme».
Non è tutta qui la vigilia di Catania-Inter, ma è un bel pezzo perché Mazzarri poi ci è girato attorno per tutta la mattina, sempre nel tentativo di spiegare il suo calcio e quello che ha fatto qua e là in giro per l'Italia, episodi, situazioni, decisioni, intuizioni, come se dicesse: Oh, mica sono qui per caso!
A parte il precedente, l'ultimo a dire che erano gli altri a doversi preoccupare a prescindere quando incontravano l'Inter fu il dimissionario Corrado Orrico, stagione 1991/92. Ma tutto si può dire fino ad ora, tranne che Mazzarri sia un bieco avventuriero. Due sfide senza subire reti l'Inter non le faceva da ottobre 2012, 2-0 al Catania e 1-0 al Partizan. Mazzarri ha spiegato che il primo intervento pesante è stato toglierle le paure: «Questi erano abituati a creare due, tre palle gol, non segnavano e al primo contropiede andavano sotto. Avevano bisogno di levarsi i retaggi del passato. Dovevano sentirsi sicuri quando attaccavano, convinti di poter fare il loro gioco». E così ha spiegato la sua iniziale prudenza nell'esordio contro il Genoa, in due nella propria metà campo anche sui corner nell'altra area, uno a uomo su Gilardino. E poi si è dato ragione: «Sapete quando il Genoa ha creato la prima e unica palla gol? Sull'1-0. Questo perché la squadra giocava contratta nel timore di subire il pareggio, poi dopo il secondo gol si è sciolta e si è visto quello che piace a me, calcio vivace, fatto di tempi, ritmi, movimenti preordinati, velocità e intensità». Ha una voglia matta di cambiare l'Inter, intanto però rivedremo quella di sette giorni fa, che è poi quella della scorsa stagione, con Taider al posto di Kuzmanovic. Qualcosa sui singoli ha detto, e non gli è scappato: «Kovacic anche in settimana ha fatto un lavoro differenziato per aumentare il minutaggio. Valuterò il suo ruolo, è molto giovane, va fatto crescere, vorrei si esprimesse un po' più avanti, dalla trequarti in poi può essere determinante. Alvarez è in crescita ma una partita non basta, calma, Jonathan e Nagatomo hanno sbloccato contro Cittadella e Genoa, stanno capendo cosa voglio. Pereira è tornato dalla nazionale in ritardo, se rimarrà qui e farà bene come loro, allora giocherà lui». Intanto però il pressing sulla Roma per l'esterno brasiliano Marquinho è pesante e la situazione potrebbe sbloccarsi proprio con la cessione di Pereira che interessa al Galatasaray, mentre Kuzmanovic ha rifiutato il Sunderland. «E poi nel finale farò i tre cambi, perché nessuno ha ancora i 90'.
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