
Appiano Gentile - Qui Appiano, tranquilli, tutto come prima, nessun sventolio di bandiere indonesiane al campo di allenamento o sulla torretta degli alloggi, Mazzarri conferma: «Io non ho notato niente di strano. Se ho chiamato Thohir? No, guardate, sono uno che sa stare al suo posto, magari sono quello che ha le maggiori responsabilità, ma resto un dipendente e io la proprietà non la chiamo e non l'ho mai chiamata. Se mi telefona Thohir? Bè, se lo fa gli rispondo... non sono padrone di un inglese fluido ma non vado molto peggio di tanti altri miei colleghi». Thohir e il suo paese comunque stanno prendendo quota, mancava soltanto la più classica delle domande che viene fatta alla vigilia di ogni Torino-Inter che si rispetti: Mister, sa dirci con quali nazioni confina l'Indonesia?
Poi si è aperta la conferenza vera e propria di Mazzarri, quella attesissima: «Ci aspetta una gara difficile, su un campo particolare, contro una squadra ottima, con un allenatore che sa organizzarla e che ha raccolto meno punti di quanto ne avrebbe meritati». Ha detto anche che la squadra dovrà giocarla al cento per cento, altrimenti sono guai. Dava l'idea di averle già sentite. Per nostra fortuna Mazzarri ha scavato un po' di più, dopo una sosta di quindici giorni e la prima sconfitta in campionato: «Quante punte? Una. E ve lo spiego: non dare punti di riferimento dà dei vantaggi e non vedo perché l'Inter non possa farlo. Non giocando con attaccanti puri siamo andati in gol in modo diverso con giocatori diversi. É più importante attaccare in quattro o cinque e quando si perde la palla si sia in tanti a difendere e a dare una mano. E poi dipende anche dagli attaccanti che ho a disposizione, Milito è fuori e Icardi ha alcuni problemini da inizio stagione, lui mi gioca al massimo mezz'ora, se lo metto in campo dall'inizio so già che dovrò fare un cambio nel primo tempo. Meglio utilizzarlo nella ripresa, quando gli altri sono più stanchi. Belfodil ha caratteristiche diverse. Guarin dietro la punta? L'ho provato in America ma mi sembra che vada in difficoltà quando riceve la palla in un certo modo e poi non vorrei incasinarlo con un nuovo ruolo, lui è alla ricerca della condizione migliore, troppe idee possono mandarlo in confusione anziché aiutarlo».