Da Cristiano Ronaldo a Messi. La Champions della Juventus inizia come era finita. Dalla doppietta di CR7 a quella della Pulce. Certo la lezione di ieri sera al Camp Nou non pregiudica nulla, ma pesa sulle ambizioni della Signora. Stavolta Messi stravince il duello con Dybala e si prende la rivincita dopo l'eliminazione nei quarti della passata stagione. Il Barcellona si vendica con l'identico risultato del tre a zero di Torino che lo scorso aprile indirizzò la qualificazione.
E se il ct dell'Argentina dovesse prendere in parola Dybala che aveva parlato «delle sue difficoltà a giocare con Messi perché abbiamo lo stesso ruolo», guardandoli ieri sera non avrebbe dubbi su chi scegliere. Il dieci blaugrana decide la partita proprio come il dieci bianconero aveva fatto a casa sua. Due gol, la giocata nel raddoppio, un palo. Per la Joya invece due occasioni sprecate e poco, troppo poco altro. Invece la Pulce spacca in due la Signora, perché c'è una squadra sul pezzo, in partita, fino al vantaggio del Barcellona, e ce n'è un'altra che si scioglie dopo essere andata sotto.
Perché Messi scarta nel momento peggiore le sorprese che aveva preparato Allegri: De Sciglio e Bentancur. Retaggio verrebbe da dire della lezione di Cardiff dove erano mancati un terzino di ruolo a destra e un centrocampista per fronteggiare la mediana del Real Madrid. Risolta così l'emergenza con sei titolari fuori. Per un tempo la Juve ha lasciato come annunciato da Allegri il possesso palla al Barcellona, ma i bianconeri si sono tenuti le occasioni: almeno quattro volte al tiro pericolosamente. Ordinati i bianconeri con il baby Bentancur sulle tracce di Iniesta e Matuidi su quelle di Rakitic con Pjanic tatticamente perfetto (poi sparirà anche lui) e pronto a innescare le ripartenze, in particolare della freccia Douglas Costa. L'ex Bayern rispetto al Chievo mostra solo qualche qualità in più. A proposito di frecce Valverde regala la prima da titolare a Dembele che crea qualche scompiglio ma soprattutto non scarta il regalo improvvido di De Sciglio che appoggia in mezzo all'area il pallone mettendo davanti a Buffon il francese che non ne approfitta. Poco dopo l'ex Milan alza bandiera bianca per un problema alla caviglia. Allegri, che ha escluso dalla lista Champions Lichtsteiner, si inventa Sturaro terzino, soluzione prova già da qualche tempo. A far saltare i piani però è Messi che castiga la Signora chiudendo un perfetto scambio con Suarez lasciando Buffon per la prima volta in carriera immobile. Il tutto a pochi secondi dall'intervallo per lo scoramento di Allegri che su una cosa aveva raggione: «Difficile non prendere gol per tre gare di fila dal Barça».
Un colpo che la Juve avrebbe comunque potuto incassare nel migliore dei modi se Dybala in apertura di ripresa non avesse alzato sopra la traversa un'ottima occasione. Signora che resta ancora in piedi quando Messi colpisce il palo, poi di fatto sparisce dal campo. Subito dopo Leo scappa a sinistra e sulla respinta imprecisa della difesa Rakitic raddoppia. Juve che sbanda. Higuain fatica come in tutto il suo inizio di stagione e come spesso gli capita in Europa. Allora la scossa la prova a dare Allegri passando al modulo europeo con Bernardeschi per Bentancur. Ma è la notte di Messi che sull'ennesimo sbilanciamento bianconero infila il tris che apre una serie di punti interrogativi sulla Juventus. Dal Real Madrid al Barcellona l'illusione dura un tempo.
Questo ko non pregiudicherà nulla ma sicuramente getta ombre sul futuro, dopo i campanelli d'allarme sulla difesa già fatti suonare da Lazio e Genoa. Di solito la Signora ha fatto tesoro delle lezioni. Intanto l'Europa inizia come era finita. Cioè male.
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