Il Milan ancora in corsa a nervi tesi

Bologna ko, la Champions è a 3 punti. Lite (e vaffa) Gattuso-Bakayoko, rosso a Paquetà

Il Milan ancora in corsa a nervi tesi

Milan degli incazzosi doveva essere e Milan degli incazzosi è stato. Nel bene e nel male. Perché i rossoneri battono il Bologna e restano in corsa per la Champions agganciando la Roma a tre punti dall'Atalanta quarta. Ma si è visto tutto e il contrario di tutto. Dal litigio Gattuso-Bakayoko che mette ulteriormente ai margini il francese all'espulsione di Paquetà, a certificare la centrifuga che sta mandando fuori giri il Milan. In mezzo una partita iniziata tra la paura generale e finita con il fiato sospeso.

Comunque cinque giorni di ritiro non sono stati la panacea dei tanti malanni milanisti. E neppure fare un tuffo nel passato rossonero vincente perché il 6 maggio di quaranta anni fa il Milan vinceva lo scudetto proprio contro il Bologna. Scorrono sul maxischermo le figurine di quei campioni d'Italia, più che dare entusiasmo è una dose smisurata di malinconia per il popolo rossonero. Aggravata dalla prima mezz'ora del Milan. È un assedio quello che il Bologna mette in scena di fronte a una squadra spenta, lenta e in confusione. Gattuso non piazza Paquetà trequartista. Ma non è questo il problema, piuttosto gli svarioni e gli errori tecnici come quando Rodriguez lascia strada libera a Orsolini e ci vuole Donnarumma per evitare che San Siro non precipiti subito nella contestazione. Solamente preannunciata da uno striscione: «Chi ha paura resti nello spogliatoio». Poi Palacio addirittura va in gol, ma viene annullato per un fuorigioco millimetrico.

A quel punto Biglia è già negli spogliatoi e si è già toccato il fondo. Perché quando l'argentino si fa male, Gattuso chiama il ritardatario Bakayoko (in panchina per castigo), ma l'ex Chelsea gigioneggia troppo quasi a volersi rifiutare di entrare. A quel punto l'allenatore fa entrare Mauri (11' giocati fino a ieri nel 2019), con il francese che dice al tecnico «Fuck off man», e Gattuso replica: «Ci vediamo dopo». «Io ho mandato tanti allenatori a quel paese ma poi finisce lì - cerca di stemperare il tecnico a fine gara - L'importante è che non si manchi di rispetto alla squadra. Tutti possono mandarmi a quel paese, poi quando ci troviamo in una stanzina da soli vediamo». Oltre ai nervi tesi, probabile che Gattuso abbia ripensato a quel derby di Seedorf in ciabatte e lui obbligato a restare in campo infortunato per poi venire espulso. Dopo il caso Biglia-Kessie nel derby, un altro episodio che alimenta la polveriera rossonera.

A rinviarne l'esplosione definitiva ci pensa Suso che al primo tiro della partita, dopo una telefonata di Calhanoglu, scaccia i fantasmi con un sinistro chirurgico. Il redivivo spagnolo che non segnava dal 21 gennaio è una manna per il Milan che dopo aver sofferto il Bologna, si ritrova in vantaggio. Addirittura sfiora il raddoppio con Piatek, ma il polacco conferma di avere le polveri bagnate.

Nella ripresa è ancora Donnarumma a dover fare gli straordinari sulla sassata di Pulgar. Gattuso perde i pezzi: ko pure Calhanoglu. Ma sembra la partita in cui tutto dice bene, dopo settimane in cui tutto è andato male. Al posto del turco entra Borini e l'ex Liverpool segna in tap-in dopo la ribattuta sul tiro di Paquetà. È solo un'illusione. Perché prima l'impresentabile Kessiè si addormenta e tiene in gioco Destro che infila Donnarumma. Poi Paquetà si fa cacciare dopo aver subito fallo: il brasiliano ha un accenno di reazione e quando viene ammonito perde la testa spostando con rabbia le mani dell'arbitro.

Con l'uomo in più il Bologna (al 95' espulso Sansone) non completa la rimonta. Per il Milan alla fine contava solo vincere e ha vinto. Ci sono tre gare per sognare la Champions a cui sembra credere solo Gattuso. Poi si faranno i conti, ma per Bakayoko il momento è già arrivato.

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