Non è stata una semplice audizione ma una maratona. Ancora qualche ora e sapremo nella mattinata di oggi il destino del Milan in Europa league. Se cioè deve scontare la pena massima dell'esclusione dall'edizione prossima del torneo continentale, oppure può tornare a ridiscutere con l'Uefa di un patteggiamento e di una riammissione con restrizione della rosa da utilizzare. Il Tas di Losanna ha rinviato a questa mattina la decisione perché esausto dopo 9 ore di audizione con una sola sosta decisa per il pranzo prima di riprendere il botta e risposta tra difesa (Milan) e accusa (Uefa).
Solo Marco Fassone, l'ad rossonero, ha parlato per 90 minuti, il tempo canonico di una partita calcio, impiegati tutti per raccontare nel dettaglio il cambio significativo avvenuto nella proprietà del club e il passaggio dei debiti in capo al proprio azionista di riferimento (Elliott). Non solo ma ha riaperto i libri contabili per citare il miglioramento rispetto ad aprile dove pure i ricavi dal mercato cinese (valutati in 50 milioni) sono praticamente svaniti e rimpiazzati dalla cifra più autentica di 1,5 milioni. L'attesa maggiore, naturalmente, era rivolta all'intervento di Frank Tuil, francese, manager di Elliott che ha seguito sin dall'inizio il dossier Milan. L'Uefa aveva chiesto nelle occasioni precedenti al fondo americano d'impegnarsi con lettera sulla decisione di assicurare la continuità aziendale al club. Non gradiva il mordi e fuggi insomma. Il manager di casa Singer non ha portato la lettera ma è intervenuto in audizione per riaffermare alcuni punti già segnalati nel primo e unico comunicato seguito all'acquisizione del club. La sua dichiarazione è stata, più o meno, la seguente: «Intendiamo restare minimo 3 anni se non di più, periodo necessario per riportare il Milan alla salute totale dal punto di vista economico e al suo antico splendore dal punto di vista tecnico».
Non a caso, prima di rientrare da Losanna a Milano, proprio Fassone ha dichiarato: «Significativa la presenza di Tuil». È il vero, l'unico, asso nella manica esibito dai rossoneri per questo estremo tentativo di recuperare il posto in Europa league che ha un valore che può oscillare (a seconda del cammino fatto) tra i 20 e i 50 milioni. L'Uefa non è rimasta a guardare. Ma nella sua memoria non ha potuto che ripetere le motivazioni pubblicate a suo tempo dalla Camera giudicante tutte incardinate sull'inaffidabilità di Yonghong Li e sulla previsione messa per iscritto dalla società di revisione contabile che aveva addirittura paventato il rischio di default per le casse del club rossonero nei prossimi mesi.
Con il dispositivo si capirà se la presenza di Elliott, anche dal punto di vista politico e dell'immagine, ha avuto un peso specifico oppure no. Di sicuro l'eventuale esclusione (con promozione simultanea dell'Atalanta alla fase senza preliminari e la Fiorentina sull'ultimo vagone) sarebbe una macchia anche per il nuovo Milan americano.
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