Milan, brividi per Pioli. Eredità pesante...

San Siro saluta il tecnico: una minoranza chi lo voleva cacciare. Se ne va pure Abate

Milan, brividi per Pioli. Eredità pesante...
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Milano Conviene misurare il polso di San Siro milanista per capire fino in fondo la stima e la riconoscenza riscosse ieri sera da Stefano Pioli. Il voto che gli arriva da un sondaggio qualificato è un bel 7 che fa giustizia dei tanti «pioliout» spuntati dopo l'eliminazione dall'Europa league. Forse è il caso di capire, finalmente, che il mondo reale non è solo quello dei social dove si sfogano i peggiori istinti. E infatti il congedo di ieri sera è degno della persona oltre che dell'allenatore il quale chiude il suo ciclo di 5 anni con un fatturato di pregio (1 scudetto, 2 secondi posto, 1 semifinale di Champions). San Siro lo acclama, tutto la rosa del Milan vestita con la maglia della prossima stagione in cerchio gli tributa un commovente saluto e quando Leao firma (errore di Fiorillo) il primo sigillo della serata, Rafa gli corre incontro come si fa per segnalare urbi et orbi l'affetto che li lega. Basta questo episodio per scaldare il clima dello stadio, di ghiaccio all'inizio per l'indifferenza della curva che con uno striscione ricorda che «milano e i milanisti non si accontentano». Quando poi tocca a Giroud timbrare il cartellino numero 17, beh allora tutto lo stadio esplode cantando «si è girato Giroud», la colonna sonora della stagione tricolore e la notte si illumina delle torce dei cellulari. Giorgio Furlani, ad del club, sembra raccogliere il monito della curva sud nella sua dichiarazione: «Faremo di tutto per rendere competitivo il Milan del futuro».

È una sorta di conferma solenne che gli sforzi maggiori del club sono tutti concentrati sul prossimo calcio-mercato visto che la scelta dell'erede di Pioli, Fonseca, non accende l'entusiasmo collettivo, anzi minaccia di provocare qualche depressione. Con una differenza rispetto al precedente candidato, Lopetegui, «bruciato» da un referendum popolare ma senza che ci fosse stato una trattativa definita: questa volta non c'è alcun ripensamento. Nella serata fa anche notizia l'addio di Ignazio Abate da tecnico della primavera esclusa dai play-off. Le male lingue raccontano per via di un litigio con Ibra, secondo altri perché alla guida dell'under 23 di prossima partecipazione alla Lega pro gli è stato preferito Bonera. «Sono pronto per il calcio professionistico» spiega diretto. Nella ripresa c'è gloria per la doppietta di Simi e Sambia della Salernitana e per Calabria che fissano il 3 a 3 conclusivo senza dimenticare il debutto in serie A di Nava, quarto portiere, figlio di Stefano, difensore degli anni 90 e l'abbraccio a Kjaer. Non va dimenticato questo finale di stagione in ogni senso.

Anche nel sottolineare i difetti strutturali di una difesa che continua a prendere gol anche dall'ultima della classe con una facilità disarmante. Toccherà imbullonare meglio centrocampo e difesa oltre che completare il mercato dello scorso anno.

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