Il Milan di Gattuso è salito sull'ottovolante. Dal 23 dicembre, quando venne spianato dall'Atalanta a San Siro, ha infilato una striscia di otto risultati positivi, cinque successi nelle ultime sei, una mini cavalcata insomma. E non solo. Quattro pappine rifilate ieri pomeriggio alla Spal, prima doppietta in campionato per Patrick Cutrone, il pungiglione rossonero, hanno debuttato nel tabellino dei marcatori anche Biglia e Borini. È tutto oro quel che luccica? No. Per fortuna, Gattuso, che non è tipo da sventolare un successo rotondo come la finale di Champions, ha fotografato bene la realtà: «Risultato bugiardo, nel primo tempo abbiamo sofferto troppo».
Qua la mano Rino. Tra il primo e il secondo sigillo di Cutrone, entrambi a due passi dalla porta, un tocco semplice ha annichilito Meret, il portiere spallino, il Milan ha visto i sorci verdi nella parte sinistra dello schieramento difensivo dove Lazzari ha portato a spasso Rodriguez e costretto Calhanoglu a rinculare per limitare i danni. Viviani, su punizione dal limite (sfondone di Biglia in recupero), ha anche scheggiato il palo lontano di Donnarumma, irriconoscibile in alcuni snodi. Solo a metà ripresa, quando la Spal è uscita dalla partita, e Suso ha apparecchiato la seconda occasione utile a Cutrone (come si dice nel rugby: uno ha spostato il pianoforte, l'altro l'ha suonato), il Milan è diventato padrone del campo e del gioco, secondo gli antichi dettami berlusconiani. E a quel punto è riuscito nell'impresa biblica di portare al gol anche Biglia (scattato in pressing per rubare palla a Viviani e cogliere Meret fuori posizione) oltre che Borini, imbeccato nel finale da Montolivo, lucido e chirurgico.
Proprio Lucas Biglia, consapevole della propria cifra tecnica, ha spiegato in modo didascalico il suo tormentato inserimento nel Milan, complicato nei mesi precedenti da qualche infortunio. «La verità è che tutti si aspettavano Pirlo e io non sono Pirlo. Mi alleno tanto perché voglio andare oltre i miei limiti». Oh, sia lodato Biglia, giunto alla quinta presenza consecutiva, oltre che la sua umiltà. Così saranno serviti tutti quelli che l'hanno considerato fin qui e presentato (Simone Inzaghi) come il miglior play d'Europa! È un cattura palloni, più utile come scudo difensivo. Anche perché, nel ruolo più autentico di regista classico, da qualche turno ha preso a luccicare il talento balistico di Leonardo Bonucci: i suoi lanci, anche ieri, sono diventati le migliori geometrie disegnate dal Milan che con due ammoniti nel primo tempo (Kessiè e Biglia) non ha corso rischi di finire in dieci il comodo viaggio a Ferrara.
Questo dettaglio può avere un senso nella delicata opera di rilancio della stagione rossonera: e cioè il Milan che Gattuso ha raccolto a pezzi (per via di una disastrosa condizione fisica) dalla gestione Montella è in grado di rimediare agli errori commessi in precedenza (Calabria a Udine).
Nonostante la pubalgia di Kalinic ha trovato un potenziale allievo di Pippo Inzaghi, ha visto crescere l'utilità di Calhanoglu e può prepararsi al complicato viaggio in Bulgaria senza dimenticare che la sfida prossima con la Samp è il vero appuntamento della settimana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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