Milano - Si vocifera che nella Milano calcistica non ci sia mai stato un Natale peggiore di quello appena volato via. Tra cenoni in compagnia e tavole imbandite, sotto la Madonnina di questi tempi l'animo è perennemente tendente al tracollo. L'umore poi, manco a dirlo, è nero come il carbone. Quello che la Befana porterà agli sconfitti del derby di questa sera. Per chi passerà il turno, invece, dolci e caramelle di consolazione.
Non è un derby come tutti gli altri, quello di stasera. Così incerto, così ricco di dubbi e (poche) speranze, visto che le due squadre meneghine arrivano da due cocenti sconfitte consecutive in campionato. Un fatto più unico che raro, e che non accadeva da settant'anni: a essere precisi dalla stagione 1947-48, quando nella 32ª giornata Milan e Inter caddero 2-1 con Lucchese e Bari e nella 33ª furono battute da Juventus e Toro. Sia in casa Milan che Inter, il panettone sarà andato di traverso in queste feste. Ora, serve la scossa.
A Milanello ci ha pensato Gennaro Gattuso a ringhiare. Sono bastate cinque parole ad aizzare i suoi, ad affilare le spade in vista del duello di stasera. «E' come una finale Mondiale». In tempi recenti, la similitudine non ha portato fortuna: prima di Benevento il mister dei rossoneri in conferenza stampa parlò di finale di Champions per spiegare l'importanza di quella trasferta. Ecco, poi sappiamo tutti come andò a finire. «Pensavo servisse meno tempo per mettere da parte la paura e la negatività della squadra», ha spiegato ieri a bocce ferme il tecnico del Milan, reduce da due tonfi con Hellas e Verona e zero nella casella gol fatti. E visto il momento no dei rossoneri, ieri il presidente Li Yonghong, che stasera sarà a San Siro, ha scritto una lettera a tutti i dipendenti del club («Torneremo sul tetto d'Europa. Mi auguro impegno senza pari in piena e sincera collaborazione. Lavoriamo uniti per l'obiettivo comune»). In due occasioni, con mister Li allo stadio, il bilancio del Milan non è stato in rosso: due incontri, il primo fu il nuovo derby in salsa cinese (subito dopo il closing) pareggiato a tempo scaduto da Zapata, il secondo, invece, il 2-1 con il Cagliari alla prima in casa di questo campionato. Non c'è due senza tre?
Di contro, però, ci sono i cugini che dopo un lungo periodo da imbattuti, in questo mese di dicembre hanno fatto registrare un crollo vertiginoso non solo in termini di punti ma anche di prestazioni e atteggiamenti. Ad aggravare la situazione, gli infortuni di Miranda e D'Ambrosio, ovvero due elementi cardine della difesa nerazzurra, e rimpiazzati da Nagatomo (a sinistra, mentre a destra è confermato Cancelo) e Ranocchia. «E' una partita importantissima.
Non esiste nessuna condizione affinché il risultato del derby sia un risultato qualunque», commenta Spalletti, che deciderà solo all'ultimo se lasciare fuori dal primo minuto Perisic e Borja Valero, apparsi provati nell'ultima trasferta al Mapei Stadium al fine di preservarli in vista dello scontro diretto di sabato con Lazio. Prima, però, c'è il Milan e un derby di coppa da vincere. E Spalletti sa come si fa.
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