Rimonta continua. E dinanzi alla striscia più impegnativa della stagione. Terzo successo consecutivo, 9 punti messi insieme dopo stenti e cadute malinconiche: per il Milan di questi tempi ha quasi il significato di un record clamoroso. Quarto recupero di un risultato compromesso dal solito errore, Nocerino questa volta invece che Abbiati o una delle sentinelle del fortino rossonero. Anche in fatto di psicologia, sembra cambiato il Milan sottoposto alla cura Silvio Berlusconi: durante le prime apparizioni apparve impaurito, quasi rassegnato, depresso da una serie di sconfitte inattese, pronto ad andare in crisi al primo episodio sfortunato. Adesso trasforma ogni colpo basso in una vitale energia per rialzarsi, risalire la china e passare al comando della sfida con autorità e convinzione. Senza perdere, se non in qualche isolato episodio, il controllo del gioco esaltato dallo smalto ritrovato di Robinho ieri impiegato come trequartista, suggeritore delle trame d'attacco insomma. Così ieri a Torino, mandati in gol i granata con Santana per via di uno retropassaggio sciagurato di Nocerino su cui l'attaccante di casa può involarsi senza trovare lungo la metà-campo alcuna opposizione. Invece di andare in tilt, il Milan ha trovato la forza (fisica e tecnica) e anche lo spirito per rimettere subito in sesto i cocci con una perfetta intesa tra il giovane promettentissimo De Sciglio (perfetto il suo suggerimento) e il numero balistico di Robinho, capace con una finta di far cadere il birillo granata incaricato del suo controllo.
Da quel momento, fine del primo tempo, e con l'1 a 1 in pugno, mai un cedimento, mai un rischio nonostante la perdita secca di De Jong (ko a metà della prima frazione, diagnosi feroce, rottura del tendine d'Achille, martedì in Finlandia l'intervento: stagione finita il verdetto scontato). Anzi l'arrivo di Ambrosini è come se avesse offerto coraggio al gruppo e nuovo impulso al gioco, diventato più sciolto e autorevole. Anche più efficace. Esaltato dal magnifico contropiede realizzato sempre da Robinho col contributo di El Shaarawy. Qui Nocerino (prima rete di testa della stagione per i rossoneri) si è rimesso in pace con se stesso spingendo in rete, dopo la mezza papera di Gillet, la palla del vantaggio milanista. Subito dopo, la squadra di Allegri è stata capace di dilagare in contropiede (diventata una promettente caratteristica) come possono documentare la traversa schianta da Emanuelson (25 metri di distanza) e il palo "pizzicato" da Pazzini, sempre di testa. A chiudere i conti, in modo definitivo e squillante, ha provveduto il sigillo del centravanti promosso da Allegri al posto dell'evanescente Bojan. Sulla fattura del 3 a 1 milanista si sono appuntate le proteste granata: è vero, Pazzini si è aperto un varco con le maniere forti eppure è stato Masiello, il difensore dell'argine, a cadere miseramente e a lasciar passare il rivale senza opporsi con vigore, con orgoglio, con il tipico temperamento battagliero torinista.
E così per il Milan è rimonta continua. Torna a salire, a farsi sotto, a raggiungere il settimo posto, a tenere il passo scatenato della Roma con cui dovrà misurarsi prima di Natale, nella sfida di sabato 22 dicembre, all'Olimpico. Tutto il resto può dipendere dal mercato di gennaio. La perdita di De Jong è un colpo basso, Muntari non può bastare visto che deve partire per la coppa d'Africa. Galliani e Braida, da questa mattina, sono al lavoro. Il Toro, sotto choc dopo il derby, è finito fuori strada addirittura. Non ha saputo sfruttare il regalo di Nocerino e anzi, con la complicità di Gillet, ha restituito, e con gli interessi, il pacco dono al Milan che invece lo ha custodito in cassaforte.
Il malore di Ventura ha forse tolto la bussola alla squadra rimasta disorientata dalla strepitosa reazione del rivale in maglia bianca. Ma forse decisive sono risultate le incertezze del suo portiere belga che in un recentissimo passato gli ha spesso salvato la vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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