Per il Milan è una corsa contro il tempo. È una corsa per completare in tempo utile il negoziato in vista dell'arrivo del nuovo socio (americano di anagrafe, probabilmente) nell'azionariato rossonero che può salvare Yonghong Li dal rischio crac (perderebbe i milioni spesi per acquistare il club, debito a parte) e per prepararsi alla stangata dell'Uefa e al ricorso da presentare al Tas di Losanna.
Si spiega così il viaggio intrapreso ieri mattina, non annunciato ma organizzato in tutta fretta, da Marco Fassone ad milanista in compagnia di David Han Li che è il braccio operativo del presidente (l'unico che parla inglese) e Giorgetti, manager dell'area marketing passato alcuni mesi fa da Rcs a casa Milan. Nessuna conferma sulla destinazione dei tre: probabile Londra, capitale finanziaria europea, dove tra l'altro prese forma l'operazione Elliott qualche tempo prima della scadenza del closing con Fininvest nel marzo del 2017. Due le ipotesi di scuola sulla missione: a) incontro con la banca d'affari che si sta occupando di rinegoziare il debito; b) incontro con il tycoon interessato ad aiutare Youghong Li acquisendo il 30% delle azioni con la promessa di salire di quota nei prossimi mesi. Fassone non ha fornito alcun riferimento per il ritorno a Milano: può avvenire oggi, domani oppure venerdì.
La corsa contro il tempo ha anche un altro obiettivo non secondario: preparare l'asso nella manica da esibire in vista dello scontato ricorso al Tas di Losanna dopo che diventerà pubblica la sentenza della Camera giudicante dell'Uefa. Gli uffici di Nyon avevano dato appuntamento alla delegazione rossonera tra venerdì e lunedì. Una fuga di notizie ha dettato l'accelerazione pubblicata da tutti i giornali, siti e televisioni che hanno anticipato a ieri la decisione sul conto del Milan. Qui le previsioni sono diventate addirittura apocalittiche: squalifica di un anno con condizionale per il secondo anno dalle coppe europee più multa, la tesi più accreditata resa plausibile, secondo talune fonti, dal fatto che la delegazione milanista non ha presentato alcuna documentazione relativa al presidente cinese né alla sua azione per rinegoziare il debito. D'altro canto sul punto Fassone non si è esposto coi giudici di Nyon per evitare di promettere sviluppi che non è in grado di controllare direttamente. «Dovete chiedere all'azionista» è stata la risposta sul tema ai giornalisti.
La corsa contro il tempo riguarda anche un altro evento che non può essere relegato a semplice dettaglio e si tratta dell'arrivo da Hong Kong della tranche di 32 milioni richiesti dal cda rossonero nel corso dell'ultima riunione, cifra indispensabile per chiudere i conti della stagione e avere le carte in regola in vista dell'iscrizione al campionato.
Se l'appuntamento non fosse onorato, come invece accaduto puntualmente nelle precedenti occasioni, subentrerebbe il fondo americano Elliott. L'aumento di capitale ha due scadenze differite di pochi giorni: una fissata a venerdì 22 giugno e l'altra il 28 giugno, ultimo giorno utile per far vedere la cifra sul conto corrente del club.
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