Milano. Nessuna meraviglia: a Napoli, un minuto dopo il sorteggio, hanno brindato, sparato mortaretti ed esposto bandiere con la scritta «Napoli campione d'Europa». È l'effetto, contagioso, dell'entusiasmo da qualificazione in carrozza ai quarti di finale e della spettacolare cavalcata in campionato con il Milan staccato di 20 punti in classifica. Anche le agenzie di scommesse sono dello stesso parere e hanno già confezionato le quote per il Napoli finalista di Istanbul insieme con il City. Luciano Spalletti, vestito da pompiere, ha provato a spegnere l'euforia collettiva così: «Solo gli incompetenti parlano di buon sorteggio, avrei preferito non sfidare una squadra italiana. Il Milan è la Champions league e solo Maldini ne ha vinte cinque. Nei giorni scorsi ho letto che Psg e City fanno fatica ad arrivare in fondo perché manca loro esperienza in questa competizione. Bene: se questo è vero, allora il Milan è favorito per la vittoria finale». Nel tentativo di raffreddare l'ambiente gli è scappata la frizione sull'ultima frase. Che a dire il vero è identica, ma pronunciata per motivi affettivi, a quella di Ancelotti, altro collezionista di Champions il quale si è augurato d'incrociare il Milan in Turchia dove 18 anni prima, lui e i rossoneri, conobbero la più dolorosa delle sconfitte, finale con il Liverpool partendo dal 3 a 0 all'intervallo.
Pioli e il Milan tutto hanno ricevuto la news durante l'allenamento, hanno ascoltato gli «hurra» napoletani e probabilmente pensato alla condizione di un anno fa, quando furono per settimane inseguiti dal pronostico di «sfavoriti» nel duello punto a punto con l'Inter per lo scudetto. «Ho sempre badato a festeggiare dopo e non prima» la riflessione del tecnico rossonero, stimolato dal sorteggio che probabilmente gli costerà qualche altro ritardo in campionato come è già successo tra Firenze e Salernitana durante la doppia sfida con il Tottenham. «Noi vogliamo andare avanti in coppa, qualunque rivale sarebbe stato difficile per noi ma la Champions è la Champions e il Milan è il Milan» la sua risposta pubblica a chi ha già venduto la pelle dimenticando che in questa stagione lo scarto tra il rendimento in Champions e quello in campionato è molto evidente: di qua qualificazione agli ottavi e superamento meritato dell'asticella Antonio Conte, di là ritardi e risultati a singhiozzo. «Adesso però dobbiamo rimettere testa al campionato» l'ultima raccomandazione di Pioli prima di partire per Udine in vista della sfida di stasera che segna il ritorno di Ibra da titolare dopo 14 mesi. Sarà lui il Ronaldo (Fenomeno) del 2007 quando il brasiliano, arrivato dal mercato di gennaio, fu utilizzato in campionato mentre Inzaghi in Champions. Già stasera, complice la squalifica di Giroud, sarà così, visto che Ibra è fuori dalla lista Uefa e reduce da qualche spezzone di riscaldamento.
Atteso al riscatto ancora Leao al quale il tecnico ha dedicato un'appassionata arringa: «Rafa non è depresso, è un grande calciatore e deve imparare a fidarsi di chi lo aiuta a crescere e a migliorare e gli vuole bene». Tradotto: fidati del Milan e non delle sirene del calcio-mercato.
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