Milan nella tana della Pulce: "Noi soli contro centomila"

Galliani spiega la strategia rossonera contro il Barcellona nell'infuocato Camp Nou Allegri pensa al sodo: "Non dobbiamo pensare a difendere il 2-0"

Milan nella tana della Pulce: "Noi soli contro centomila"

È arrivata la sera giusta per decifrare meglio il futuro del giovane e sfacciato Milan. Di questi tempi va di moda in campionato lanciato in una rincorsa strepitosa ma la Champions è un'altra storia. È arrivata la sera in cui c'è da superare un esame complicatissimo capace di mettere i brividi ai pochi senatori del gruppo e moltiplicare l'adrenalina dei tanti debuttanti. È arrivata la sera di Barca-Milan, ottavi di finale della famosa coppa Campioni: da eliminare la squadra definita la più forte al mondo, nella sua cattedrale, al Camp Nou. «Noi soli contro centomila, è bellissimo» chiosa Adriano Galliani eccitato dall'appuntamento dopo aver riavvolto il nastro delle tante sfide con lo squadrone catalano. Al netto dei gironi, ci sono lungo gli anni più recenti la finalissima di Atene datata 1994, la supercoppa d'Europa anno di grazia sacchiana 1989, la semifinale del 2006 e i quarti della stagione passata prima di questo ottavo al cospetto del «miglior nemico»: fatti i conti sono due a due, due volte trionfò il Milan, due volte il Barcellona. È arrivata la sera per molti giovanotti di belle speranze che hanno ispessito il presente del Milan e che dovranno mostrarsi degni del futuro e del passato dei mostri sacri usciti di scena nell'estate del 2012.

Dovranno sfidare non soltanto uno squadrone. Dovranno misurarsi con una pressione mai vista e avvertita in questi mesi. Il Camp Nou è pronto a scatenare l'inferno nel quale cucinare a dovere il povero Diavolo: da tre settimane almeno radio e tv, con filmati d'epoca e interviste varie, hanno martellato sulla "remuntada", prenotando una nottata storica. La risposta di Allegri e dei suoi è quella, tenera e spensierata, di una scolaresca che va in gita al museo Prado: «É bello essere qui, è bello giocare una partita così, sarebbe stato ancora meglio se fosse venuto anche il nostro presidente Silvio Berlusconi». La famiglia sarà rappresentata da Barbara, la figlia, componente del cda rossonero. Nell'occasione, il Milan può partire dal vantaggio accumulato col 2 a 0 dell'andata ma non è un'assicurazione sulla vita, o meglio sulla qualificazione. Anzi. Allora pensammo tutti che il Milan sarebbe stato sbranato dai catalani e questo clima motivò le truppe rossonere. Adesso sono loro, gli spagnoli, scottati dall'andata, ad avere una voglia matta di riprendere a impugnare lo scettro. «Dovremo essere più bravi rispetto a quella prova» l'avviso di Allegri ai naviganti rossoneri che sono apparsi, alla partenza come all'arrivo, sereni e concentrati. Per niente spaventati dalla gigantesca vetta da scalare. A dispetto della giovanissima età di molti esponenti. «Avremo bisogno di sfoderare le stesse qualità dell'andata: sacrificio, corsa e precisione», la formuletta magica secondo Riccardo Montolivo.

Ricordate? Proprio la sfida col Barça dello scorso anno, concessa a Nocerino, moltiplicò il rimorso del giovanotto che è diventato il leader del gioco dell'ultimo Milan. Chiamato a difendersi proprio come tre settimane prima, senza asserragliarsi nella propria area di rigore, semmai alzando le barricate venti metri più avanti, senza disperdere la voglia di ripartire con feroci contropiedi. Perciò il contributo di Niang, sostituto di Pazzini rimasto a Milano con un perone ammaccato, in società con El Shaarawy, potrà risultare determinante. Per sottrarsi al supplizio del palleggio azul-grana e del loro fraseggio, corto e veloce (per questo motivo il prato del Camp Nou sarà innaffiato per tutto il giorno), sarà indispensabile fare un gol, cercarlo, inseguirlo, prepararlo con l'astuzia necessaria.

Il Barcellona non può essere diventato, improvvisamente, una squadra confusa e poco ispirata: quelli del Milan lo sanno. «Speriamo che Messi faccia festa per una volta, è un mostro nel fare gol a ripetizione» così Adriano Galliani ha provato a esorcizzare il tabù più noto e gettonato del Milan che pure è stato capace di spaventare due anni prima con un 2 a 2 nel girone l'armata di Guardiola e poi di arrendersi l'anno scorso al culmine di un discutibilissimo rigore (blocco di Nesta con palla ferma e calcio d'angolo non ancora eseguito).

«Non dobbiamo pensare di difendere il 2 a 0» è l'ultima istruzione di Allegri passata ai suoi al culmine del test di ieri sera, effettuato per avere la conferma del recupero di Mexes al centro della difesa e prendere visione della novità difensiva, De Sciglio a sinistra al posto di Constant.

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