Calcio

Il Milan non sfonda il muro. In Champions ha l'X factor

I rossoneri sprecano troppe occasioni: secondo pari di fila senza gol. Il Psg crolla a Newcastle: tutto aperto

Il Milan non sfonda il muro. In Champions ha l'X factor

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In Europa il Milan ha perso la strada del gol. Secondo 0 a 0 consecutivo dopo quello domestico con il Newcastle che ieri sera ha messo sotto il Psg: non è proprio da buttar via quel punticino guadagnato con gli inglesi. A San Siro ci furono clamorose palle-gol divorate da Leao e soci, a Dortmund ieri la scena si è ripetuta. E questa volta Leao ha fatto il suo, tutti gli altri sono mancati di lucidità e di cinismo sotto porta. Il Borussia non ha mai spaventato il Milan, nemmeno il famoso muro giallo è riuscito in qualche modo a condizionare la sfida. I tedeschi hanno avuto a metà della prima frazione un dominio netto, poi sono usciti di scena perché incapaci di costruire pericoli seri per Maignan. Panico diffuso invece sul fronte opposto con la differenza che Giroud e soci non hanno mostrato la sapienza balistica necessaria. Con il successo di Tonali, il girone resta equilibratissimo: nessuno fugge e il prossimo appuntamento di fine ottobre con il Psg può essere una svolta.

Se dovesse valere solo la prima impressione, il Milan non si lascia condizionare dal muro giallo dell'arena di Dortmund: al primo affondo Pobega si ritrova lanciato in area tedesca rintuzzato in tempo utile da un difensore. È il piano partita scritto da Stefano Pioli che punta a conquistare palla a metà campo per ripartire alle spalle del Borussia. Peccato che il suo collega Terzic la prepari allo stesso modo sviluppando gioco soprattutto a sinistra dello schieramento offensivo dove l'olandese Malen riesce a mettere in soggezione Calabria, autore di qualche sbavatura difensiva. Davanti a Maignan regge il muro rossonero e al netto di un sinistro di Malen fuori di poco è il Milan a ritrovarsi sui piedi di Giroud l'occasione più golosa della prima frazione per passare davanti (da calcio d'angolo, la palla di Calabria spiove sulla zolla del francese che a due metri dalla porta non trova la deviazione vincente). Piuttosto è a centrocampo che, forse per via del giallo rimediato, Reijnders subisce l'iniziativa del Borussia, al pari di Pobega, solo Musah vince qualche duello isolato. Leao parte una, due, tre volte: non lo prendono mai, se lo prendono è per fare fallo e guadagnarsi a turno qualche cartellino, ma Rafa non trova grande collaborazione a fine primo tempo né da Giroud e ancor meno da Theo Hernandez. Il primo cambio di Pioli (Adli per Pobega) sembra un bel ricostituente per il Milan che recupera, col francese, più aggressività in zona centrale e può riprendere a tessere la tela come nel primo tempo: gli manca l'artiglio feroce come nell'azione chiusa centralmente da Pulisic o più tardi da Giroud e da Theo. Ecco il limite della serata rossonera: in zona gol non ha avuto né precisione né abilità tecnica nel preparare l'ultimo tocco. Gli arrivi di Chukwueze e Okafor non migliorano il fatturato anche perché tocca sempre a Leao, sul suo binario, promuovere i blitz più efficaci e pericolosi. Non può cantare e portare la croce il portoghese.

Nel finale proprio l'ex Villareal, su assist di Leao, non trova la porta da posizione ideale prima della protesta di Pioli per la trattenuta ai limiti dell'area tedesca di Florenzi.

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