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Il Milan oltre Donnarumma con il segreto Champions

C'è una immagine simbolo che documenta il piccolo grande segreto utile a spiegare il ritorno del Milan alla casa madre della Champions league, frequentata dai suoi avi ed esaltata dall'era Berlusconi con 5 trionfi

Il Milan oltre Donnarumma con il segreto Champions

C'è una immagine simbolo che documenta il piccolo grande segreto utile a spiegare il ritorno del Milan alla casa madre della Champions league, frequentata dai suoi avi ed esaltata dall'era Berlusconi con 5 trionfi. Ritrae Stefano Pioli con le braccia al cielo, subito dopo il rigore del 2 a 0 sull'Atalanta mai battuta fin qui, con lo sguardo rivolto verso la tribuna nella zona riservata a Gazidis, Maldini e Massara. È il senso plastico dell'unità tra le diverse anime del Milan, la spiegazione che taluni hanno identificato nel sapiente lavoro del tecnico, altri ancora nel prezioso contributo dell'area tecnica, gli ultimi infine nel sostegno finanziario e complessivo fornito dall'azionista. È questa una lezione che viene anche dal recente passato. Fino a quando il Milan fu un blocco solo (Berlusconi-Galliani), con una corta catena di comando, il bandierone rossonero sventolò per lunghissimi 27 anni. Il declino cominciò con la divisione delle due aree, sportiva ed economica, l'arrivo di truppe distinte e una doppia comunicazione addirittura. Il secondo posto ha una data di nascita, perciò: 22 luglio 2020, quando al rientro da Reggio Emilia, successo sul Sassuolo, Gazidis annunciò l'addio a Rangnick, la conferma di Pioli e la fiducia rinnovata a Maldini. Adesso che lo stesso ad sudafricano - nella lettera ai dipendenti - scrive di «progetto ambizioso», comincia la parte più complicata. Perché c'è da affrontare la Champions con una rosa più competitiva, sciogliendo i nodi dei rinnovi (Donnarumma sembra in partenza, Calhanoglu forse resta), puntando sul riscatto di un paio di talenti giovani (Tomori e Diaz), liquidando Mandzukic per arruolare il francese Giroud e chiamando Maignan dal Lille a prendere il posto di Gigio (a proposito: cosa racconterà ora che il Milan ha guadagnato la Champions come scusa per sloggiare?). Serviranno altri ritocchi di qualità, qualche cessione, due o tre ritorni dal prestito da piazzare, contando sulla cifra guadagnata domenica notte: 77 milioni tra il premio secondo posto e l'accesso alla Champions in quarta fascia. Perché adesso, come ha ripetuto Maldini, «il Milan deve trovare posto stabile» nella Champions.

E per farlo non basteranno quel gigante di Kessiè o Ibra a mezzo servizio.

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