Milan, il primo punticino non è da Champions. Resta solo un obiettivo

I rossoneri subito in svantaggio con il Porto. E nella ripresa non completano la rimonta

Milan, il primo punticino non è da Champions. Resta solo un obiettivo

C'è una bestia nera dell'ultimo Milan che si aggira in Europa: è il Porto di Conceiçao capace di piegarlo all'andata e di meritare qualcosa più del pari di ieri sera a San Siro, così infliggendogli la virtuale eliminazione dal girone di Champions league. L'1 a 1 di ieri sera è la conferma solenne delle qualità di palleggio e anche di pressing dei portoghesi: con queste due armi molto affilate, sono riusciti a mandare in crisi il Milan che pure in Italia non teme confronti sul punto. È il segno che la distanza tra il campionato domestico e il più luccicante dei tornei continentali è ancora consistente e si coglie alla prima occasione. Certo: Pioli può ricordare che il ritorno di Brahim Diaz dopo il covid non è dei più entusiasmanti; che il colombiano Luis Diaz è una lama nel fianco di Calabria (uscito all'intervallo e sostituito da Kalulu più reattivo e meno difensore); che il gol del vantaggio marcato dallo stesso colombiano è il prodotto di un fallo netto su Bennacer, ignorato dall'arbitro. Ma sono elementi di secondo piano. Perché il Porto ha strameritato classifica e risultato, proprio come si può dire del Milan a Roma. Anzi il Porto ha sfiorato già nel primo tempo e poi nella ripresa (una traversa scheggiata da Evanilson) di chiudere il conto, frenato solo da un paio di prodigi di Tatarusanu, uno dei migliori in campo rossonero.

Una timida e limitata reazione del Milan è da registrare nella ripresa e non solo per quel gol del pari maturato all'ora di gioco, conseguenza di una punizione di Tonali con successiva stoccata di Giroud e sulla respinta la zampata di Kalulu deviata in porta da Mbemba. Nemmeno gli arrivi successivi di Kessiè, Krunic e di Ibrahimovic nell'ultimo quarto d'ora, hanno cambiato la storia e l'inerzia della sfida che ha mostrato quali siano le armi con cui la squadra di Pioli può essere messa in difficoltà. Se Simone Inzaghi è rimasto davanti al video, ha sicuramente preso nota per il derby di domenica sera. A questo punto, con un solo punto nel girone, il Milan è di fatto ultimo e tagliato fuori, calcolatrice alla mano, da ogni speranza di qualificazione. Giusto così, bisogna aggiungere. Perché se su 4 partite non ne vince nemmeno una, è inevitabile il verdetto finale. Ma proprio questo può diventare una piccola fortuna del Milan. Meglio restare fuori da quarto e concentrare le energie sul campionato che sperare in un miracoloso finale del girone.

Anche il club sta pensando all'immediato futuro. Le parole di Paolo Maldini, a proposito del rinnovo contrattuale di Kessie, lo hanno spiegato in modo didascalico. Ha dettato l'ex capitano rossonero: «Incontreremo per l'ennesima volta l'agente di Frank e poi prenderemo le nostre decisioni». Tradotto: anche per Kessie ci sarà un ultimo vertice dal quale si uscirà con una scelta definitiva.

O accetta le cifre proposte dal club, oppure il Milan cambierà strategia e si rivolgerà al mercato per rimpiazzarlo, magari anche da gennaio visto che può anticipare l'ingresso nei ranghi di Milanello di Adli, già acquistato e lasciato in Francia nell'estate scorsa.

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