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Il Milan scopre Birsa-gol E chiude anche la porta

Lo sloveno uomo chiave della vittoria sulla Samp. Matri delude ancora Prima partita senza subire reti. Altri cori: San Siro a rischio chiusura

Il Milan scopre Birsa-gol E chiude anche la porta

Milano - Si rialza anche il Milan, in ginocchio anche l'altra Genova del calcio. Si rialza con una stoccata di Birsa, uno proveniente proprio dal club di Preziosi e che di questi tempi, assenti Kakà e Saponara, deve giocare e portare la croce. Insomma fare il centrocampista, all'occorrenza perfezionare qualche triangolo. E in assenza di un centravanti come si conviene, eccolo inventarsi bomber decisivo indovinando un sinistro dal limite che è una delle poche imprese balistiche della serata. Se Birsa crea, De Jong, il vero rinforzo della stagione, almeno fin qui, conserva nello scrigno della sua metà campo almeno cento palloni, sradicati dai piedi dei rivali, interrompendo almeno 10-15 combinazioni della Samp che resta al palo a guardare e a soffrire della propria resa. Bastano questi due, e la corsa degli altri, per consentire al Milan di mettere in cassaforte il secondo successo del torneo. Senza mai onorare il calcio, intendiamoci. Piuttosto fa notizia, in una serata così, lo 0 subito dalla difesa rossonera: dimostrazione che c'è maggiore attenzione ma anche conferma della pochezza dell'attacco doriano.
Per dare subito l'idea di quel che Milan e Samp apparecchiano nel primo tempo, valga la seguente segnalazione: l'unica reazione emotiva vissuta dallo stadio semi-deserto (curva chiusa, si sentono solo gli ultrà del Doria) coincide con il richiamo (dall'altoparlante) a evitare cori razzisti. In verità se ne sente qualcuno ("noi non siamo napoletani") eppure scatta subito l'allarme e con l'annuncio perdono la pazienza anche quei pochi tifosi di buon senso dotati che alzano la voce contro un'assurda e demagogica legislazione calcistica (magari c'è il rischio di altri provvedimenti del giudice sportivo). Il resto è calcio mediocre da cui Milan e Samp non riescono a riscattarsi, nonostante la buona volontà di qualche esponente. Constant sfiora, con una volèe di sinistro, il bersaglio; Costa, di testa, tutto solo, da calcio d'angolo, tanto per non perdere la cattiva abitudine della banda del buco, sfiora il palo di Abbiati (superato il record di presenze di Seba Rossi): la sintesi della prima frazione è tutta qui. Balotelli, in tribuna, dopo un lungo colloquio di 2 ore con Galliani, presente anche Raiola, continua a sorridere ai tifosi che gli chiedono autografi e foto ma in verità c'è poco da divertirsi nel vedere i suoi in grande difficoltà, specie Matri che appare sempre più spaesato oltre che poco incisivo.
Per una volta, la partenza della ripresa è più decente e consente al Milan di schiodarsi dallo 0 a 0 e anzi di sfiorare più volte anche il colpo del ko. Merito della prodezza balistica di Birsa (sinistro dal limite nell'angolo) in un caso, demerito di Robinho (a porta spalancata riesce a passarla al portiere battuto) e di Matri negli altri che possono consentire di chiudere la contesa e pensare subito all'Ajax. La Samp e per la Samp Delio Rossi le prova tutte per tentare di rianimare una squadra che ha una cifra tecnica molto bassa e anche nessun temperamento battagliero. Un dato su tutti può aiutare a capire: nella ripresa nemmeno un tiro come si deve dalle parti di Abbiati. Anche Allegri in verità deve arrangiarsi con le ridotte risorse: per far rifiatare Abate, si rivede Zaccardo, per dare il cambio a Muntari bisogna richiamare Emanuelson dallo scantinato, se Birsa è cotto può contare solo su Niang acerbo, quando Poli (spolpato) si fa da parte, tocca a Nocerino mettersi ai remi.


Tra stenti, errori, sbavature, stop elementari mancati, e contropiedi sbavati da Niang e Robinho, alla fine arriva il successo tanto atteso e sudato.

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