Dopo la vittoria per 1-0 di sabato sera contro il Milan, Allegri ha dichiarato: «Non siamo nella giusta posizione di classifica». Una battuta involontaria perché lì prima c'era il Milan. La Juve lo ha battuto e gli ha strappato la sesta posizione. E adesso il Milan è anche numericamente fuori dall'Europa. Ma non sarebbe giusto partire da qui, sabato sera il Milan ha fatto anche delle cose, per un tempo ha tenuto la porta inviolata e al novantesimo ha tolto ogni ulteriore illusione ai tifosi sulla sua stagione. Significa che sarà questa, magari arriva da qualche parte, ma l'andamento probabilmente non avrà impennate sensibili. Sabato se ne è avuta la conferma, al netto di un rigore su Bonaventura di Bonucci. La squadra è questa e l'allenatore anche. Non c'è stata reazione in campo dopo lo svantaggio, non c'è stata reazione nelle dichiarazioni del dopo partita, segnali identici e scoraggianti. Sinisa esce dallo spogliatoio e fa: «È stata una brutta partita, abbiamo perso troppi palloni in uscita, e dietro al primo sbaglio abbiamo preso il gol». In sostanza: «Potevamo fare meglio». È sempre preferibile un commento pacato ai piatti che volano. Però altri hanno meno timore nel dire le cose e il Milan anche sul campo della Juventus dovrebbe andarci per vincere. In realtà Mihajlovic ha finto di giocare con il tridente e ha finito per schierarne sei dietro, con Njang preoccupato di coprire. In mezzo il vuoto, Kucka modesto, Montolivo alla moviola, Bonaventura meglio ma sempre da trequartista, e alla squadra è mancato uno che pensasse. Anche perché non ce l'ha. È un profilo che non manca solo a Mihajlovic, figura retorica, ma qui non si cerca un regista, anche perché le sue fortune le costruisce sul talento degli attori protagonisti. E dopo la scialba prestazione di sabato ci si chiede se esistano eventualmente anche solo delle comparse. Intese come gente umile che mette al centro la maglia. La mancata reazione dopo il gol di Dybala ha dato questa impressione e se qualcuno pensa che lo spogliatoio non stia con Mihajlovic lo faccia sapere. Però mai una volta che Sinisa dica che ha sbagliato qualcosina, niente di male, ma farebbe piacere. Dal primo giorno sapeva che avrebbe corso grossi rischi, non c'è aria strana attorno alla squadra, è il Milan. E Galliani sabato ha sintetizzato il concetto, giusto per fare chiarezza: «Quando sei in una grande squadra e i risultati non arrivano, c'è sempre un po' di tensione».Sinisa ha ammesso solo che ha cercato di difendersi e per un tempo c'è riuscito. Poi è stato travolto da una squadra modesta che ha avuto più possesso palla, ha tirato di più, ha intercettato più palloni, ha costruito più passaggi utili, ha calciato più angoli.
Silvio Berlusconi ha risposto: «Quando si perde non si parla». Ma Sinisa deve farlo per contratto, è come se fosse rassegnata e in perfetta simbiosi con il nostro momento storico, non sa dove, come e quando, ma sa che può succedergli di tutto. Anzi, ne è sempre più persuaso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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