Di Milan in peggio. Mai vista giocare così male nella stagione la squadra affidata a Pippo Inzaghi e subire l'Udinese come il risultato striminzito non può raccontare interamente. Forse è il caso di ricorrere a qualche cifra per spiegare meglio la distanza scavata tra friulani e rossoneri i quali non possono invocare, a giustificazione (spesso sventolata dallo staff tecnico), gravi e numerose assenze. Ci sono quasi tutti ormai, tranne Montolivo, e invece di segnalare progressi, di salire in classifica, eccolo invece passare da una delusione all'altra e scivolare indietro. Zero gol nel derby, zero gioco nel viaggio in Friuli, pieno di errori e omissioni. A ben riflettere, nel 2015 il Milan è riuscito a mettere sotto le ultime tre della classe più il Palermo. I numeri non barano, nel calcio. È inutile raccontare storielle: lo spettacolo prodotto dal Milan è scadente, molto scadente, addirittura inesistente ieri sera a Udine. Prendiamo i calci d'angolo: 9 a 1 a favore dei friulani e da quell'unico procurato dall'assalto finale dei rossoneri può maturare il sigillo di Pazzini (primo su azione dopo tanti mesi). Prendiamo poi i tiri in porta: 1 solo nello specchio della porta da parte degli attaccanti schierati da Inzaghi (Menez, Suso, Pazzini, Destro e Cerci durante la sfida cambi compresi), una striscia infinita invece il fatturato dell'Udinese già nel primo tempo una, due, tre volte capace di sfiorare il bersaglio. Ultima segnalazione, a proposito della sciagurata organizzazione difensiva del Milan: col gol di Pinzi, giunto a seguito di calcio d'angolo, siamo al 10° sigillo subito su corner e 12° da calcio piazzato a conferma che il grave difetto non viene eliminato.
Non è il caso di aggiungere altro. Se non offrire qualche giudizio sparso sulle singole perfomances per far capire che in parte è responsabilità diretta di alcuni protagonisti (Menez da un paio di partite con le pile scariche, Suso in difficoltà palese con la marcatura di Piris) ma è poi l'assenza di un copione collaudato a riportare il Milan indietro, in classifica e non solo, così da spazzare via ogni ridicolo calcolo sulla possibilità di raggiungere l'Europa league. Un solo rossonero da promuovere con la sufficienza piena: si tratta di Abate, che di fatto riesce a fare l'ala al posto di Suso. Pazzini (gol numero 99 in serie A per lui), dopo tante sportellate con Domizzi, ha avuto a disposizione una sola palletta come si deve (merito di Cerci) e l'ha scodellata nell'angolo lontano del portiere greco di Stramaccioni, rimasto senza voto alla fine, in un pomeriggio di straordinario riposo.
Da applausi la prova dell'Udinese, nonostante l'assenza, in partenza di Thereau in attacco e di Kone, al posto del quale Badu ha corso tanto così da schiantare la difesa milanista, fino ad antricpare Rami sul primo palo su assist di Guilherme. Ecco l'altra clamorosa differenza tra le due squadre: molto reattiva fisicamente quella di Stramaccioni, spenta, senza sprint nelle gambe quella di Inzaghi che non si è nemmeno molto agitato in panchina, intuendo probabilmente l'epilogo deludente, molto deludente. Interrotta brutalmente l'unica striscia promettente fatta di 4 partite, due successi e due pareggi. Per una volta, finalmente Pippo ha guardato in faccia la realtà: «Non abbiamo scuse, è stata una brutta partita, dobbiamo chiedere scusa al presidente e ai tifosi. Dopo il derby si è spenta la luce. Non si possono fare queste figure». Al ritorno a Milanello, squadra rimasta in ritiro.
Mentre il tecnico non rischia: il presidente ha assicurato che arriverà a fine stagione.Meritatissimi infine gli applausi finali incassati dall'Udinese dove è difficile scegliere il migliore anche se Allan può mettersi la medaglia sul petto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.