Milan in trincea per Thiago "Resistere alla tentazione"

Galliani: "Faremo il possibile e l’impossibile per non cederlo" Ibra? "Tutto sereno tra noi". Tevez? "Il treno passa una volta sola"

Milan in trincea per Thiago  "Resistere alla tentazione"

Resistere, resistere, resistere. Pronunciato da Adriano Galliani, vicario di Silvio Berlusconi al Milan, può fare un certo effetto, d’accordo ma l’intento è quello di ottenere dal proposito un risultato opposto rispetto a quello immaginato, ai tempi, da Francesco Saverio Borrelli, all’epoca procuratore capo della Repubblica di Milano, all’atto di lasciare il suo ufficio. «Fare il possibile e anche l’impossibile per resistere alla tentazione di cedere Thiago Silva» è ormai diventata la missione di Adriano Galliani, sottoposto all’autentico assedio da parte «dei club ricchi per profitti, gli spagnoli, e dei club posseduti da presidenti ricchi per conto loro». La promessa del vice Berlusconi, fatta dinanzi a un nuovo sponsor inglese (Mc Vitie’s, biscotti, un anno di contratto, primo investimento del famoso marchio nel mondo del calcio) presentato nella sala delle coppe, è di quelle che non si possono smentire. «Rimboccherò le coperte a Thiago Silva e il 9 luglio gli farò trovare un po’ di questi biscotti sul cuscino» la metafora utilizzata dal dirigente per rassicurare il mondo Milan. Mancini è uscito allo scoperto ma non è l’unico, pur se ha accreditato la tesi di una visita di cortesia. D’improvviso è diventato un estimatore di Galliani? Poco credibile, via. Al momento non c’è alcun cedimento berlusconiano, forse perché l’autentica offerta di Barcellona e Manchester City è ancora lontana dalle cifre che potrebbero indurre in umana tentazione (tra i 60 e i 50 milioni, senza alcuno scambio, secondo il costume rossonero, ricordare le cessioni di Sheva e Kakà per capire). Di sicuro a Thiago Silva, Galliani ha fatto di recente un sospirato regalo: e cioè il nulla-osta per partecipare alle Olimpiadi con il Brasile, la medaglia d’oro a cinque cerchi è l’unico trofeo mai vinto dal calcio della seleçao. «Gli abbiamo concesso volentieri l’ok perché è sempre meglio avere un calciatore felice che uno non felice in squadra» la spiegazione didascalica.

Su Thiago è autentico l’assalto, su Ibra c’è solo panna montata, per merito di siti, tv e presunti esperti di calcio-mercato abituati a orientarsi cavalcando luoghi comuni. Accreditata invece da Galliani «la stretta di mano con cui ci siamo lasciati la sera dopo la partita col Novara, seguita a due ore di colloquio». D’altro canto se Ibra è via, Raiola, il suo agente che ha appena portato a Milanello il terzo portiere Gabriel, ha contatti quotidiani col Milan: «Mi avrebbe riferito di eventuali mal di pancia che non ci sono, c’è il sereno tra di noi» l’assicurazione di Galliani pronto a declinare le altre tessere del mosaico rossonero. Per esempio Tevez: «Il treno passa una volta». Per esempio il ritorno ormai improbabile di Gattuso e Nesta rimasti a piedi: «Non li ho sentiti». Per esempio il vertice di oggi in sede con Allegri e Tavana per discutere di infortuni e preparazione della prossima stagione nella quale campeggiano già due date (28 luglio a Miami amichevole col Chelsea campione d’Europa, e l’8 agosto a New York amichevole con il Real Madrid). Per esempio la rinuncia a Kolarov, a Maxi Lopez («5 attaccanti per 2 ruoli sono più che sufficienti, Robinho ha richieste dal Brasile ma vuole restare» e Pato è guarito) ma non ad Aquilani («torneremo a negoziare con il Liverpool»). L’inutilità del colloquio con Seedorf («non ci siamo ancora visti») e l’offerta a stipendio dimezzato fatta a Flamini per altri due anni.

In difesa è certo l’arrivo di Acerbi, quinto centrale, da sistemare Taiwo e Didac Vila di rientro dai prestiti, nel mirino un paio di centrocampisti di grande talento. Traorè è già accasato e ha riconosciuto la difficoltà dell’impegno: «Passare dal Nancy al Milan è un bel salto» ha ammesso. Anche lui dovrà resistere alla concorrenza.

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