Il Milan vola già nel futuro «Pensiamo al campionato»

È sembrato il volo di Icaro. Il Milan ha sfruttato la gioventù e anche l'ingegno per costruirsi un paio di ali e sognare di passare il turno col ricco profitto del 2 a 0 dell'andata. Ma le sue ali erano di cera, troppo acerbo il gruppo dei debuttanti che hanno accusato panico e disorientamento tattico. E appena si è avvicinato al calore del Camp Nou e al sole del talento purissimo di Leo Messi, quelle ali si sono sciolte. Perciò il primo pensiero di Adriano Galliani, montando sull'aereo per il ritorno in nottata a Milano, è andato all'immediato futuro. Bisogna evitare, ecco il retro pensiero, che l'eliminazione costi anche in campionato come toccò l'anno scorso, sconfitta interna con la Fiorentina e addio allo scudetto. «Penso che trascorrerò molte ore a Milanello per far capire quanto diventi essenziale la prossima sfida col Palermo» l'anticipazione del vice-Berlusconi che ha vissuto l'eliminazione in modo quasi sereno.
«Quando ho visto Niang centrare il palo ho capito come sarebbe finita la serata e ho detto a Barbara Berlusconi che era seduto al mio fianco: adesso prendiamo gol noi. Così è stato» la premonizione colma anche del necessario rimpianto per quel che poteva essere e non è stato. Il possibile 1 a 1 avrebbe squadernato il Barcellona e riaperto i conti della qualificazione.
Perciò nelle viscere del Milan è possibile decifrare amarezza e delusione, ma non altro. Perché passare il turno avrebbe significato una impresa storica da affidare agli annali del calcio europeo: più in traiettoria con le cifre tecniche delle due squadre l'attuale verdetto, Barça ai quarti e Milan rimandato alla prossima stagione. Con una squadra che ha davanti a sé margini di miglioramento maestosi se queste esperienze e le prossime sfide che valgono una Champions, con Napoli a San Siro e con Fiorentina a Firenze, saranno affrontate col piglio e lo spirito giusti.
«É venuto il momento di riconoscere i meriti dei nostri rivali, ora pensiamo al secondo posto» il messaggio lanciato da El Shaarawy sul suo account personale dopo una notte insonne. Ha dovuto, pensate un po', postare come si dice, la foto della maglia che Leo Messi gli ha donato a fine partita per smentire la marea delle polemiche montate nel web secondo cui l'argentino si sarebbe rifiutato di scambiarla con il faraone. «Non siamo stati all'altezza della situazione» il riconoscimento pubblico e solenne del capitano Ambrosini, uno di quelli che ha capito subito e al volo che la serata prometteva un epilogo malinconico. Il Milan ha perso tre palloni decisivi, vitali e sulle ripartenze dell'armata catalana ha subito il secondo, terzo e quarto gol. Ecco per esempio cosa non ha funzionato dopo il tormento della prima mezz'ora. «Avere un centravanti poteva essere utile» l'altro rimpianto firmato da Adriano Galliani che non ha mai perdonato a Portanova quell'intervento brutale che ha impedito a Pazzini di giocare la sfida del Camp Nou. «Anch'io, come molti tifosi, non l'ho mandata giù» la confessione del dirigente che è già alle prese col futuro ed è pronto a riscattare Zapata (dal Villareal) e a trattare col Barcellona stesso il prezzo di Bojan, elogiato davanti ai cronisti per la palla fornita a Robinho nel finale incandescente di martedì sera.
L'assenza di Pazzini è argomento legato a filo doppio alla resa di Niang che ha raccolto molti consensi fin qui ma si è attirato anche tante censure per l'errore commesso a Barcellona. Non è la prima volta che sbaglia gol fatti. Già contro la Juve e la Lazio ha centrato un paio di traverse, di gol ne ha siglato uno solo, in coppa Italia (contro la Reggina).

«Deve migliorare nel tiro a rete» è il ritornello di Allegri chiamato, per suo conto, a colmare un'altra lacuna. Possibile che Robinho possa e debba sprecare quella punizione nel finale che ha dato il via al 4 a 0 catalano? Oltre alla gioventù è stata pagata anche qualche superficialità dei più esperti.

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