Il Milan vuole riparare i danni fatti in serie A. Ora serve l'aiuto di tutti

Una vittoria in 5 gare. Pioli sornione: "Si gioca troppo, ne parlerò con Ancelotti..." A Istanbul?

Il Milan vuole riparare i danni fatti in serie A. Ora serve l'aiuto di tutti

Milano. Chiusa in una «stanza blindata» (dixit Pioli) la semifinale di Champions, il Milan prova a riparare i danni accumulati in campionato. Il deficit è sotto gli occhi di tutti: nelle ultime 5 ha vinto solo una volta, a Napoli, «ciccando» con Salernitana, Udinese, Empoli e Bologna, una striscia molto deludente. Non solo. L'ultimo successo in campionato a San Siro è datato 26 febbraio, 2 a 0 sull'Atalanta: sono passati due mesi, troppi per chi coltiva l'ambizione di arrivare tra le prime quattro della serie A. «Adesso testa al campionato e alle prossime due sfide che possono diventare decisive» spiega Stefano Pioli, che perde Pobega nell'ultimo allenamento (frattura costale composta), puntando prima il Lecce oggi a San Siro (altro pienone garantito: 72 mila biglietti venduti) e poi sabato 29 aprile la visita a casa Mourinho, concorrente diretto per l'accesso alla prossima Champions che vale tanto, un pezzo di futuro sicuramente.

«Dobbiamo spingere al massimo» è il mantra di Pioli che può contare appunto sul sostegno di San Siro visto che delle 8 partite rimaste, ben 5 sono domestiche e solo 3 in viaggio. Naturalmente il segreto, scontato, è gestire al meglio le energie del gruppo nel quale torna Ibra, convocato ma pronto per giocare qualche minuto, ma esce Giroud, l'ammazza Napoli, già l'anno scorso castigò Spalletti nell'appuntamento al Maradona. E d'altro canto è proprio del francese, fresco di rinnovo, la confessione sull'acciacco fisico patito in Champions («per il dolore al tendine del polpaccio ho giocato con una sola gamba») che spiega la decisione di lasciarlo a riposo per il Lecce. Al suo posto il candidato numero uno è Ante Rebic: a Bologna sfiorò il gol liberatorio dopo tanti ritardi e molte assenze per acciacchi diversi. Tutti gli chiedono di finire in bellezza perché da qui fino all'euro-derby di maggio, Pioli e il Milan hanno bisogno del contributo massimo da parte di tutta la rosa a disposizione. «I giudizi saranno realizzati per tutti a fine stagione» è il messaggio in codice lanciato appunto anche a chi, come Origi e CDK per esempio, fin qui hanno clamorosamente deluso le aspettative. Con il calendario delle prossime settimane (7 partite in 24 giorni), o risponde tutto il Milan altrimenti l'overdose procurerà altri guai. «E purtroppo non hanno intenzione di diminuire le partite se mai di aumentarle» sospira sfiduciato Pioli che condivide la stroncatura di Ancelotti («con tante partite aumentano gli infortuni e scade la qualità del gioco») fissando un appuntamento generico («lui e Guardiola i migliori al mondo, ne parlerò con Carlo, spero di farlo di persona») che fa pensare naturalmente a Istanbul. Ma prima di sognare a occhi aperti c'è da vivere altri due derby con l'Inter che toglieranno il sonno come ammonisce Ambrosini.

«Ma io dormo poco già di mio» precisa Pioli che si concede l'ultima battuta sulle reazioni stupite, da tre anni a questa parte, sui risultati del Milan. «Sono figli della fiducia, della passione e della compattezza di squadra, società e tifosi» spiega paziente. Prima dell'ultima chiosa: «Non se ne sono accorti? Peggio per loro».

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