Dalla Milano da bere alla Milano da piangere

di Riccardo Signori

C he aria mai sarà questa di Milano? Caldo d'Inferno e (nero)azzurro tenebra. Milano vende moda ma nel basket cade dalla passerella. Squadre e comportamenti da far sussurrare: guarda un po' come sono cadute in basso! Parliamo di calcio ma pure di basket. Tre patron che farebbero luccicare gli occhi a chiunque. Quelli del calcio ingoiano veleno e rabbia. Ora pure Armani ha scoperto che la passione porta dolore e sfinimento. Ed anche un po' di giramento.
Da ieri mattina sventolano all'ingresso del Palazzo Reale di Milano due manifesti che viaggiano appaiati, due mostre ma anche... Guardi e dici: quando mai avresti pensato che... Il manifesto di Modigliani con gli artisti maledetti, e i faccioni di Herrera e Rocco, a raccontare la leggenda del mago e del Paròn. Eccoli lì, felici e sventolanti quasi per chiederti: dove sta l'errore? Dove abbiamo sbagliato in questi ultimi decenni. Dove si sono trascinate le grandi squadre di Milano in preda allo strabismo da grandeur? Arte e calcio, cultura e culture. Questa è Milano, questa era Milano. Sì, la Milano del pallone che ci sventolava Cesare Maldini con il paròn e la coppa dei campioni o quel mucchio selvaggio con HH, Mazzola, Picchi e la grande Inter.
Che aria era mai quella per lasciare intatte leggende e nobiltà? La mostra sul Paròn e sul mago ci ha fatto riascoltare le loro voci. Herrera ti raccontava, già allora, tutto quello che oggi i profeti del pallone pensano d'aver inventato. Vadano a riascoltarlo. Il Paròn ti spiegava calcio in quattro parole, un modulo in tre frasi, come giocavano le avversarie in quattro concetti.
Oggi invece Milano è un passa parola per cacciare gli allenatori: il novizio Stramax che non ha retto ad un compito più grande di lui, l'astuto Allegri che ha acchiappato il minimo garantito per una squadra come il Milan e il professor Scariolo che ha insegnato a vincere all'estero e ha sbattuto contro un muro qui in Italia. Il basket attende un successo Armani come un profeta di nuova novella e Scariolo ci racconta che ha fallito tutto, consapevole e colpevole. Stramax ha scoperto che Moratti ti può raccontare tutto e il contrario di tutto, ma non ti salvi se l'Inter raccoglie una delle peggiori classifiche della sua storia. Allegri è stato un don Chisciotte: il presidente ama o non ama, e non potrai mai fargli cambiare idea.
Ma che Milano è mai questa che si perde nelle beghe di palazzo e lascia agli altri il filone d'oro del calcio vincente. Milano che combina guai con gli uomini della panchina e non sa guardare dentro la sua anima. Il Milan ci ha provato. Armani e Inter hanno perso prima nelle qualità umane, poi in quelle tecniche. Gente che non lotta, gente che non sa capovolgere il destino che ti strappa il sogno. Armani rovinata dalla sua difesa contro Siena nell'ultima recita di una stagione fallimentare. Così come l'Inter: fallimentari stagione e difesa. Fallimentari le ricette dei tecnici. Questa è Milano che perde tutto, acchiappa la Champions per l'ultimo colpo di reni (fortuna, direbbe Berlusconi) ma finisce nelle zuffe e baruffe per cambiare facce in panchina. E si fa spiegare tutto nelle lettere degli ultras.
C'erano Rocco ed Herrera, ci hanno fatto divertire, avevano cultura e spessore umano. Oggi vediamo spessore nel portafogli e poco altro. I grandi uomini della panca sono piccoli uomini. Herrera andava a trovare il Paròn anche al cimitero.

Il Paròn andò a trovare il mago anche sul letto d'ospedale dopo un infarto. Invece questi uomini pensano solo alla rescissione e al caffè lungo. Ragazzi di oggi cosa vi siete persi. Ragazzi di ieri, come siamo ridotti: dalla Milano da bere alla Milano da piangere.

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