Quello che la maggior parte di noi non sa, per scelta o per fortuna, è ciò che di Milano si pensa all'estero. La seconda città d'Italia, a volte in un eccesso di enfasi, la prima, è in realtà un centro, anche abbastanza piccolo, con 1.300.000 abitanti di cui solo 990mila con diritto al voto. E in questo piccolo centro d'Europa coesistono due top club professionistici di calcio che, proprio e anche per questo, stanno sotto lo stesso tetto, il Meazza di San Siro. In Europa non ci sono casi analoghi, quando in città ci sono due club di livello, ci sono anche due impianti che ognuno gestisce come meglio crede, a Londra 13 club, 13 stadi, compreso l'Underhil dell'High Barnet, a nord della City con 5.568 spettatori. Ma il derby più famoso del mondo si gioca a Milano fra Milan e Inter.
Si potrebbe pensare che qui risieda anche l'eccezione che conferma la regola di città industriale, operosa, creativa, tenace, risoluta, sempre proiettata, e il football starebbe lì a dimostrarlo: in due con la loro caterva di titoli europei e mondiali e tutte e due fra via Piccolomini e i cavalli. Ma qui c'è il grande sogno italiano dove tutto è possibile, e qui il 28 maggio 2016 si giocherà la finale di Champions league. Milan e Inter per l'occasione si stanno portando avanti, certe di non potervi accedere se non da gradite ospiti, si stanno allenando a fare gli onori di casa prendendone quattro, l'Inter ha aperto i giochi con la Fiorentina e il Milan per non essere da meno ha risposto domenica sera con il Napoli promettendo di ripetersi. Grazie a questi exploit il club più blasonato del mondo è balzato al secondo posto fra le difese più bucherellate della A con 13 gol subiti, meglio solo del Carpi che ha già cambiato l'allenatore.
Mihajlovic ha spiegato che non può promettere niente di buono in quanto ci vorrebbe Freud. Dopo un precampionato che garantiva i quartieri alti e un mercato non più di mister x e mister y ma di nomi importanti, la tifoseria ci ha creduto. Domenica sera la maggior parte di loro ha lasciato in anticipo San Siro mentre la restante insultava tutti. Il Milan è nella seconda colonna della classifica, l'Inter è seconda in classifica ma si tocca, basta niente e siamo daccapo, appena il campo ha dato nuovi verdetti, ecco le rogne, Jovetic, Ranocchia, Ljajic. Sul serbo un piccolissimo appunto. Ieri a Marassi, durante il riscaldamento, tutti proni a fare gli esercizi tranne uno. Ora i milanesi si chiedono cosa ne sarà di Inter e Milan.
La classifica è corta e la convivenza è urticante. Oggi c'è l'incontro con il Comune in vista solo della finale Champions, i due club hanno chiesto di lasciar perdere ogni discorso sulla cessione di San Siro.
Nell'anno del grande riscatto il dialogo è ridotto all'osso, il Milan sognava uno stadio tutto suo, l'Inter sognava il Meazza tutto per sè. E in Comune garantiscono che fra dieci anni, qualunque sarà la giunta, staranno ancora così, vicine vicine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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