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Sci: Sofia Goggia trionfa nel supergigante di Beaver Creek
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Milano prova a svegliarsi dall'incubo

A letto senza cena dopo aver accompagnato i mancati eroi dell'Emporio Armani sul sentiero dietro al Forum dove banchettano e muoiono colonie di nutrie. Troppo doloroso ricordare gli ultimi 2 minuti di una notte magica, iniziata nel fiume rosso della passione dei dodicimila che cantavano e ballavano per la squadra di Banchi, dominatrice sul campo, padrona di tutto, dei rimbalzi, del gioco, del suo destino, fino al ritorno sulla scena della natura masochistica degli scorpioni che hanno ridato vita alle speranze del Maccabi, facendosi poi infilzare nel supplementare perduto (99-101). Tutti colpevoli, non soltanto i tiratori golosi come Jerrels, non soltanto il principino Melli andato in corto su Rice che dalla lunetta per l'antisportivo agganciava e scavalcava in quel minuto finale dove Langford, con due liberi da segnare a 7 decimi dal gong si è mangiato la grande dote infilandone soltanto uno, diventando il bersaglio dell'amarezza quando nel prolungamento si palleggiava sui piedi a 11" dalla fine la palla che gli era stata affidata per l'ultimo assalto. Errori a catena e anche Banchi ha peccato con quelle rotazioni protettive che escludevano Moss, quei quintetti senza centri, quei giochi finali che ormai tutti conoscono, tradito dalle lune di un Daniel Hackett che non aveva in mano se stesso e la squadra.
L'Emporio infilzato nella prima di play off in casa adesso deve vincere stasera, sempre 20.45, sempre davanti al suo popolo ritrovato, sempre in diretta su Fox sport due.
Pensando ai 38 minuti di dominio, al più 13, ai vantaggi che sembravano garantire una notte di quiete, non ci sarebbe da preoccuparsi. Vero che la serie sembra lunga. Intanto sarà meglio pareggiare subito i conti, pensando soltanto dopo alle sfide di lunedì e mercoledì prossimi sul campo di Tel Aviv perché sarà allo Yad Elihau che si farà la storia di questa eurolega che ha bisogno dell'Armani per le finali di maggio, perché visto il Cska tormentato dal Panathinaikos battuto nel supplementare anemico (5-2), c'è la convinzione che neppure lo squadrone russo da 48 milioni di bilancio, potrebbe far tremare l'Emporio che aveva toreato così bene il Maccabi arroccato dietro al colosso Shortsanitis, dominando anche la battaglia aerea con Lawal dopo le veroniche di Samardo Samuels.
Serve la testa, serve la passione e la voglia di emozionare insieme, non individualmente.

Lo si ripete dall'inizio dell'anno dopo la presa incontrastata del potere in campionato. Niente è perduto e questo Maccabi dall'anima grande non è davvero una grande squadra e si potrebbe dimostrarlo stasera e poi a Tel Aviv.

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